Carcere duro per Marco e Luigi Abbruzzese, ricorso contro il 41 bis
I difensori Sanvito e Badolato presentano reclamo al tribunale di Sorveglianza di Roma. «Falso che siano stati latitanti»
Ricorso contro il 41 bis. Luigi e Marco Abbruzzese sono reclusi in regime di carcere duro da quasi un mese e pochi giorni fa i difensori Cesare Badolato e Antonio Sanvito hanno presentato reclamo al tribunale di sorveglianza d Roma, avverso il decreto firmato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. La storia giudiziaria dei due imputati di “Reset“, parla chiaro: dal 2019 ad oggi sono stati ininterrottamente detenuti. Entrambi infatti sono stati arrestati nell’ambito dell’operazione “Testa di Serpente“, l’indagine antimafia della Dda di Catanzaro che ha fatto da apripista a quella scattata all’alba del 1 settembre 2022.
Secondo i magistrati antimafia, Corrado Cubellotti e Vito Valerio, i due imputati (così come Francesco Patitucci e Adolfo D’Ambrosio) potrebbero veicolare messaggi all’esterno vista la caratura criminale che detengono nel contesto mafioso di Cosenza. Nel caso di Luigi e Marco Abbruzzese parliamo di due ragazzi ritenuti al vertice della cosca degli “zingari” di Cosenza, legata a doppio filo agli Abbruzzese di Cassano Ionio, come dimostra la recente inchiesta coordinata dal pm Alessandro Riello, nel circondario della piana di Sibari.
Il presupposto giurisprudenziale per il quale si applica il 41 bis è sostanzialmente uno: il presunto boss ha effettivamente dato ordini ai suoi accoliti al termine di un colloquio con un familiare o altro soggetto. I penalisti, nell’istanza di revoca del 41 bis, hanno evidenziato come non ci sia stata nessuna annotazione di servizio, da parte della polizia penitenziaria, circa comportamenti che avrebbero potuto far sospettare di questa eventualità l’autorità giudiziaria. Altra contestazione mossa dagli avvocati è quella riguardante il presunto status di latitante avuto dai due fratelli negli scorsi. I legali parlano di inesattezze e gravi errori commessi dall’organo di valutazione, in quanto i due Abbruzzese non si sono mai sottratti ai vari provvedimenti cautelari.