Gli uffici di Chiara Ferragni a Milano potrebbero chiudere. L’head quarter dell’influencer, che si trova in via Turati 24-26, va verso la dismissione, anche se per ora nulla è ufficiale. A dare la notizia è stato il giornalista Gabriele Parpiglia sui suoi profili social. Così, dopo le notizie sul negozio di Milano – e ora sembrerebbe pronto ad abbassare la serranda anche quello di Roma in via del Babuino – “arrivano i primi licenziamenti“, afferma il Parpiglia che parla di “uffici svuotati” pubblicando a corredo della news anche una foto che proverebbe quanto sostenuto.

Uffici svuotati

“Quello che vedete nella foto – scrive il giornalista e conduttore su Instagram – è una stanza di uno degli uffici che stanno chiudendo di Chiara Ferragni Collection ovvero dove c’è chi lavora per le attività legate allo sviluppo del prodotto legate alle società (i licenziamenti passano anche da Tbs e non solo, ndr). Alcune stanze sono state date in affitto, altre chiuse. E arrivano i primi licenziamenti ‘eccellenti’ come l’allontanamento della direttrice della comunicazione”, prosegue Parpiglia.

Per i licenziati ricollocazione difficile

Secondo Gabriele Parpiglia per i licenziati “ricollocarsi per chi ha sul curriculum il nome dell’azienda della Ferragni è difficile”. Il marchio, lo scorso anno, era pronto a quotarsi in borsa. Ma tutto questo prima di dicembre 2023, che ha segnato inevitabilmente il corso delle cose. Dietro l’ipotesi di chiusura, o ridimensionamento, ci sarebbe il crollo delle vendite dei prodotti CF Collection. 

Ferragni paga la multa

Intanto Chiara Ferragni chiude tutte le cause pendenti con l’Antitrust per pubblicità ingannevole, rinunciando al ricorso al Tar per le multe sul Pandoro Balocco, e trovando una accordo con l’Autorità per quello sulle Uova di Pasqua, per cui l’influencer si è impegnata a fare una donazione da 1,2 milioni di euro. Prima dell’udienza fissata per il 17 luglio, l’imprenditrice ha quindi risolto tutti i contenziosi con l’Antitrust, impegnandosi per il futuro, a tenere separate le attività benefiche da quelle commerciali delle sue aziende.

«L’autorità Antitrust ha chiuso accogliendo gli impegni su cui TBS Crew e Fenice (le due società di Ferragni, ndr) hanno lavorato negli ultimi mesi – ha detto l’imprenditrice in un video sui social, riferendosi all’indagine sulle Uova di Pasqua del 2021 e 2022 – è una donazione, e non dunque una sanzione». Ferragni ha poi ribadito la volontà di continuare a impegnarsi nella beneficenza, ma tenendola ben distinta dal business. «Le società si assumono l’impegno, a cui tengo in modo particolare, della separazione totale delle operazioni commerciali dalle attività benefiche, che comunque non smetteremo di fare – ha aggiunto Ferragni – TBS Crew e Fenice formalizzeranno regolamentazioni interne per il corretto svolgimento delle attività di comunicazione e marketing». Una promessa, quella di Ferragni, su cui l’Antitrust vigilerà da vicino.