L’hacker Carmelo Miano aveva anche la password della mail di Nicola Gratteri
Gli inquirenti non escludono che possa esserci stato l'intervento di committenti esterni
Nel cuore dell’indagine che coinvolge l’hacker Carmelo Miano, 24enne siciliano arrestato a ottobre, emerge una situazione allarmante. L’indagine ha rivelato che Miano era in possesso di ben 46 password di magistrati inquirenti, tra cui Nicola Gratteri, uno dei volti più noti nella lotta alla criminalità organizzata. Gli inquirenti ritengono che l’hacker abbia avuto accesso a informazioni sensibili attraverso la violazione dei server del Ministero della Giustizia.
Secondo le indagini della Procura di Napoli, Miano avrebbe rubato i dati da diverse caselle mail, incluse quelle del distretto napoletano e di altri magistrati come il procuratore di Perugia e Firenze. L’hacker non si è limitato a intercettare singole informazioni: ha ottenuto l’intera lista di utenti del Ministero, decriptando le password e stoccando i dati sul proprio computer.
Per chi coordina l’inchiesta, l’intento iniziale di Miano era quello di ottenere informazioni sulle indagini che lo riguardavano, ma gli approfondimenti investigativi hanno suggerito che il vero obiettivo fosse ben altro: vendere i dati rubati. Gli inquirenti non escludono che possa esserci stato l’intervento di committenti esterni.