Ecosistema urbano, Cosenza prima al Sud Italia nella classifica di Legambiente
La città dei Bruzi perde sei posizioni rispetto al 2023, ma al Meridione guarda tutti dall'alto. Menzione positiva per la ciclabilità, censure per biossido d'azoto e polvere sottili
La città di Cosenza è prima al Meridione in Ecosistema Urbano, il rapporto di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Il report, che misura le performance ambientali dei capoluoghi di provincia italiani, propone alcune novità. Gli esperti hanno rivisto il peso di alcuni indicatori e messe in campo nuove riflessioni che porteranno lo studio, nei prossimi anni, ad esprimersi in modo sempre più chiaro e puntuale rispetto alla realtà urbana e le sue evoluzioni.
L’edizione 2024 è dunque la prima di una nuova stagione da cui però emergono, nonostante alcuni cambiamenti positivi, già note criticità. Le città con le migliori performance ambientali si concentrano al nord, mentre sud e centro della Penisola faticano a tenere il passo. Le metropoli sono in affanno. E le emergenze urbane sono sostanzialmente sempre le stesse. L’indagine, svolta sui 106 capoluoghi tenendo conto di 20 indicatori distribuiti in 6 aree tematiche (aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia), scatta una fotografia delle città in cambiamento, tra tante difficoltà e pochi miglioramenti.
Ecosistema Urbano, Cosenza perde sei posti ma resta prima al Sud Italia
Nella classifica del 2023, Cosenza occupava il settimo posto mentre nell’edizione Ecosistema Urbano 2024 perde sei posizioni scivolando al tredicesimo. E’ comunque il capoluogo di provincia meridionale più apprezzato nel resoconto fatto da Legambiente. In particolare, per la città dei Bruzi viene fatta menzione per la ciclabilità, nonostante le polemiche per lo smantellamento delle piste a Via Sertorio Quattromani e nell’area del centro commerciale Due Fiumi. A riguardo, Palazzo dei Bruzi ha annunciato nuovi percorsi al posto di quelli eliminati di recente. Citazione in negativo, invece, per biossido d’azoto, polveri sottili e ozono. Nell’Ecosistema Urbano 2024 Cosenza viene censurata al pari di diverse altre città meridionali, in particolare calabresi e siciliane.
I parametri
I parametri che determinano la classifica delle performance ambientali dei Comuni di Ecosistema Urbano 2024 di Legambiente, sono basate su dati comunali relativi in modo prevalente all’anno 2023. Sono quest’anno 20 e prevedono l’assegnazione di un punteggio massimo teorico di 100 punti, costruito caso per caso sulla base di obiettivi di sostenibilità. I punteggi assegnati per ciascun indicatore identificano il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a una città ideale. A dire il vero non troppo utopica visto che un capoluogo che raggiunge il massimo dei punti assegnabili per ognuno degli indici considerati.
Le novità in classifica
Quest’anno, come si anticipava, Legambiente ha introdotto alcuni cambiamenti ormai necessari per mantenere aggiornato rispetto alla realtà urbana il nostro studio. Tutti questi cambiamenti garantiscono profonda coerenza metodologica e attenzione all’evoluzione delle tematiche ambientali. Fanno si che la classifica rispecchi ancora di più lo stato ambientale delle città. In particolare:
- Rivisto il peso di alcuni indici. Ad esempio, la diminuzione del peso della percentuale di Raccolta Differenziata dei rifiuti o l’aumento del peso della dispersione della rete idrica e dell’estensione delle isole pedonali;
- Nuovo indicatore. È stata introdotta tra gli indici anche la Variazione nell’uso efficiente del suolo, elaborato da Legambiente su dati ISTAT, al fine di stimolare una riflessione anche in ottica di trend sullo sfruttamento delle risorse territoriali;
- Alberi. Da tempo un indice di difficile gestione, non solo in Ecosistema Urbano per migliorarne ancora la precisione si è scelto di premiare i comuni che hanno fornito il numero esatto di alberi di proprietà comunale, assegnando invece un peso ridotto a chi ha fornito il dato stimato;
- Aria. La qualità dell’aria è da sempre un tema centrale del rapporto e quello introdotto quest’anno è forse il cambiamento più evidente: si è deciso di utilizzare, per gli indici su inquinamento atmosferico, i dati delle centraline ARPA, rielaborati da Legambiente per il rapporto Mal’Aria.