Cosenza-Salernitana, in Curva Sud le leggende dei Lupi e la famiglia Marulla
Durante il match di ieri pomeriggio, Simoni, Urban, Marino e Napolitano hanno tifato con gli ultrà dalla Bergamini
Dal campo alla Curva Sud, Cosenza-Salernitana per tanti tifosi non è mai una partita come le altre. E non lo è evidentemente neanche per tre degli eroi che quelle sfide fra rossoblù e granata le hanno disputate. Alberto Urban, Gigi Simoni, Ciccio Marino e Ugo Napolitano ieri si trovavano nella Curva Bergamini con la maglia numero 8 del proprio compianto compagno di squadra. Insieme a loro anche Antonella e Ylenia Marulla, moglie e figlia di Gigi, che hanno assistito alla gara dai gradoni della Curva. Cinque cognomi che hanno scritto la storia di quella partita che hanno accolto l’invito dei rappresentanti del tifo rossoblù a vivere la partita sugli spalti.
Cosenza-Salernitana nel ricordo di Marulla in Curva Sud Bergamini
Da una parte c’erano tre rappresentanti della squadra che, nel 1988, andò all’allora Vestuti di Salerno con l’elmetto, come disse Gianni Di Marzio. Simoni, Marino e Urban, l’uomo le cui caviglie vennero prese di mira dai granata prima del gol di Padovano che sancì la vittoria bruzia in terra campana. Dall’altra il Cosenza-Salernitana forse più iconico, quello disputato allo stadio Adriatico di Pescara e deciso nei supplementari da Gigi Marulla: di quella formazione facevano parte, oltre al capitano, Ciccio Marino e Ugo Napolitano, al quale Pizzul attribuì l’assist per il gol decisivo.
«Un bel primo tempo»
Per le leggende è stato un tripudio di selfie, video e autografi, soprattutto nell’intervallo: nel corso dei 90′, invece, in mezzo ai tifosi a soffrire per i colori rossoblù, facendo insomma quello che tanti altri hanno fatto per loro trentacinque anni fa: «È stato meraviglioso vedere la partita tutti insieme – ci confida Urban al termine del match – e soprattutto farlo in mezzo a quegli stessi tifosi che ci caricavano così tanto quando eravamo noi a scendere in campo. La partita? Abbiamo fatto un bel primo tempo – chiosa l’ex fantasista, che non lascia mai il “noi” quando parla del Cosenza – poi la stanchezza e la libertà mentale della Salernitana hanno cambiato un po’ il match».