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La crisi economica derivante dalla pandemia da Covid-19 si sta facendo sentire ad ogni livello. Nessun settore è esente dai danni causati dal blocco delle attività lavorative e il calcio, irrimediabilmente, ne risente. La Juventus, con un atto storico ha trovato un accordo con i propri calciatori generando un risparmio di circa 90 milioni di euro. Nei Dilettanti, però, il pallone si sta sgonfiando. Il vaso di Pandora è stato scoperchiato e, senza aiuti da Federazioni e/o enti locali, si rischia il collasso. Sono a rischio 3mila sodalizi e il codice rosso è già stato attivato. Cosenza Channel ne ha discusso con i presidenti dei club dilettantistici dei maggiori centri della provincia. Il quadro emerso è allarmante. E il turno di Salvatore Massara, numero uno del PraiaTortora, attualmente in zona playoff nel torneo di Promozione girone A.
Quali sono le esigenze di una squadra dilettantistica oggi?
«La priorità è capire come finirà dal punto di vista federale. Giocheremo o no? Avere un’idea sul futuro è fondamentale per tutta una serie di motivazioni. Spero che ci venga fornita il prima possibile
Quali sono le cose di cui un club avrebbe bisogno?
«Sono venute a mancare tante risorse economiche derivanti dagli sponor. Chiaramente non possiamo chiederle perché in questo frangente le persone stanno lottando su un altro fronte, ben più importante. Per nostra fortuna il PraiaTortora è a posto con gli stipendi, ma per il futuro sono previste delle altre spese. Poi, nel caso si opti per andare avanti, sarebbe il caso che la Federazioni ci mostri concretamente la propria vicinanza».
Come vi comporterete con i rimborsi spesa dei calciatori nel periodo in cui il campionato è fermo?
«Considerato quello che sta succedendo tra i professionisti, credo che debbano essere loro stessi a capire la situazione. Tra i dilettanti non si vive senza sponsor. Non possiamo pubblicizzare il marchio delle aziende che ci hanno sostenuto se non ci sono attività sportive in corso. Fino al 29 febbraio, però, senza alcun dubbio onoreremo gli impegni presi».
Avete già parlato con calciatori e staff tecnico? Vi aspettate che capiscano il momento delicato?
«Ancora no, o meglio non di questo argomento perché altrimenti siamo sempre in contatto su una chat di WhatsApp. Ogni persona di buon senso, ribadisco, dovrebbe capire che sarebbe impossibile avanzare pretese. La mia azienda, per esempio, è ferma e in questo momento i lavoratori sono in cassa integrazione. Tale ammortizzatore, purtroppo, e lo dico davvero col cuore in mano, non può essere adottato tra i Dilettanti. Sia chiaro che il mio ragionamento non poggia su alcuna questione meritocratica, ma è la realtà del nostro calcio».
Presidente Massara, è favorevole o contrario a riprendere i campionati? E perché?
«Non ci siano i termini per riprendere campionati, né soprattutto i tempi. Ci si potrà tornare ad allenare a maggio, poi servirebbero almeno 20 giorni per la preparazione. Per me, quindi, il torneo deve chiudersi qua, poi toccherà alla Federazione decidere il come. I singoli sono differenti l’uno dall’altro, gli interessi non collimano e l’unanimità non verrà trovata mai».
Potrebbe essere il momento giusto per effettuare delle riforme, quella che per Lei è più impellente qual è?
«Effettuare delle riforme nella LND è difficile. Le regole ci sono e grossomodo vanno bene. I problemi sono due. Innanzitutto i calciatori devono capire che siamo, appunto, dei dilettanti. In secundis alcune cifre concesse vengono di solito garantire ai primari degli ospedali che si battono in prima fila nella lotta al Coronavirus…».