Il sindaco di Praia a Mare, Antonino De Lorenzo, ha fatto centro, almeno in termini di comunicazione mediatica. La sua ordinanza, la n° 78 del 25 luglio scorso, quella con cui vieta ai minori di 14 anni non accompagnati di circolare dalle 00.30 alle 7 del mattino, ha attirato l’attenzione della stampa italiana, in modo trasversale, e accesso il dibattito popolare, da nord a sud: è una decisione giusta o no? Era necessaria?

Fenomeno fuori controllo

A sentire ciò che in paese si mormora da giorni, di notte si verificherebbero cose gravissime e nessuno riuscirebbe a mettere un freno. Ma quella del sindaco De Lorenzo sembra più una provocazione: non si possono controllare, uno ad uno, migliaia di ragazzini scalmanati. Non ci sono gli strumenti e non ci sono gli uomini. Questo, lui lo sapeva anche prima di firmare il documento. Quando lo incontriamo, ne parla come di «un atto estremo» per smuovere pubblicamente le acque. Ci è riuscito. Nella giornata di ieri, ha avviato un dialogo con il prefetto di Cosenza, Rosa Maria Padovano, per cercare una soluzione alternativa, e valida, che garantisca sicurezza sul territorio. Se si troverà un’intesa, il documento potrebbe anche essere revocato. «Sono disposto anche a farlo – ci dice -, senza problemi, nel senso che non dobbiamo per forza risolvere le cose con un’ordinanza. Ma abbiamo bisogno di misure che ci mettano nelle condizioni di poter gestire il fenomeno».

Di certo, non si aspettava tale e tanta risonanza mediatica. «Il mio intento era quello di porre al centro un problema. Evidentemente - afferma -, abbiamo toccato un nervo scoperto».

Da cosa nasce l’ordinanza

Praia a Mare è un piccolo centro dell’alto Tirreno cosentino, noto per le sue bellezze e perché il suo simbolo, l’isola Dino, è il manifesto della Calabria nel mondo. I residenti sono poco più di seimila, ma d’inverno molti lavorano e studiano fuori. D’estate la sua situazione si ribalta e i numeri, tra turisti e visitatori, schizzano alle stelle. Da poche anime, si passa a decine di migliaia. Il via vai di turisti comincia nei fine settimana di giugno e si protrae fino a settembre, con picchi inimmaginabili ad agosto. Tutto molto bello, se non fosse che con questi numeri cominciano a sorgere i problemi legati alla sicurezza e molti riguardano la fetta di popolazione dai 14 anni in giù. I cittadini riferiscono di continui schiamazzi notturni, di furti, di danni all’esterno dei locali e nei luoghi pubblici, di atti vandalici, ma, soprattutto, di scazzottate tra giovanissimi, spesso sotto gli effetti di alcool e stupefacenti.

La situazione, negli ultimi anni, si è fatta sempre più drammatica e la cronaca ne è testimone. «L'elemento che mi ha spinto a firmare questa ordinanza - sottolinea il primo cittadino - è l'essere padre, quindi mi sono immedesimato in tutti quei genitori che vedono la vita dei loro figli a repentaglio».

A rischio l’incolumità personale

L’ultimo, grave episodio, risale a qualche sera fa, quando un ragazzino sarebbe stato inseguito e minacciato da un branco di adolescenti, a cui sarebbe sfuggito solo dopo aver trovato fortuitamente riparo in un locale del posto. E sarebbe così tutte le sere. I residenti sono allo stremo, i genitori vivono costantemente nell’ansia e le forze dell’ordine sono poche a fronteggiare un territorio che sembra ormai fuori controllo. Il sindaco De Lorenzo, esasperato, ha provato a dare una soluzione. Forse non la migliore, non quella più adatta, ma l’unica che potesse offrire. «Ho cercato di fare il massimo di ciò che potevo fare, ma se questo non va bene, qualcuno mi dirà quale sarà la cosa giusta da fare e noi cercheremo di farla».

Il dibattito

La notizia dell’ordinanza ha suscitato clamore e ha fatto il giro d’Italia. Molti utenti web sono dalla sua parte. Nei commenti si leggono elogi al primo cittadino praiese da parte di tante madri e tanti padri che, da soli, non sanno più gestire la situazione. E auspicano che i suoi colleghi, da Trento a Palermo, prendano esempio. D'altronde, molti ci hanno visto qualcosa che rimanda vagamente all’articolo 591 del Codice penale: “Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace di provvedere a sé stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni”. 

Ovviamente, c’è anche chi ha criticato aspramente la decisione. Qualcuno ha fatto notare che il divieto sarebbe una vera e propria restrizione della libertà personale e che il sindaco non avrebbe dovuto pubblicarla.

Il dato di fatto è che il prefetto Padovano, dopo essere stata informata, ha avviato un dialogo con il primo cittadino per cercare soluzioni alternative che sostituiscano l’ordinanza. «Sì, ho sentito il prefetto - confessa De Lorenzo -, con il quale mi sono confrontato e con il quale abbiamo tracciato una linea da seguire e che noi seguiremo, perché siamo sempre rispettosi delle gerarchie istituzionali». Ulteriori sviluppi della vicenda potrebbero arrivare già nelle prossime ore. «Si entrerà nel concreto per cercare di avere nottate più tranquille, ma soprattutto per cercare di dominare un fenomeno che comincia a essere fin troppo fastidioso e pericoloso».

L’altro dato di fatto è che da anni, ormai, i sindaci del territorio del Tirreno cosentino continuano a chiedere a gran voce l’invio di altre forze dell’ordine sul territorio e puntualmente la richiesta viene disattesa, respinta, ignorata, nonostante i drammatici bilanci di ogni fine estate.