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Falsa partenza del processo contro l’ex assessore di Rende Pino Munno, la cui posizione, contenuta nel procedimento “Malarintha“, è stata stralciata dalla procura di Cosenza prima della richiesta di giudizio immediato. Munno si trova a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta “mala gestione” del comune che egli amministrava fino a un anno fa insieme all’ex sindaco di Rende Marcello Manna. Ma non solo. Munno è accusato anche di aver riparato la stampante della caserma dei carabinieri forestale di San Pietro in Guarano con i fondi della Rende Servizi e di aver favorito alcuni privati per la realizzazione di un canile/cimitero sempre nel comune della Presila cosentina.
Nell’udienza di oggi, la difesa di Munno, assistito dall’avvocato Gianluca Garritano, attendeva che la pubblica accusa depositasse i decreti autorizzativi delle intercettazioni, ma questo non è avvenuto per sopraggiunti problemi in segreteria. L’assenza dei decreti ha reso vana la permanenza dell’imputato e del maresciallo De Luca, in servizio presso la procura di Rende, che ha condotto in gran parte l’indagine, nata nel periodo in cui in procura c’era ancora la dottoressa Marisa Manzini.
Il presidente del collegio giudicante Francesco Luigi Branda (giudici a latere Urania Granata e Iole Vigna) non ha potuto far altro che rinviare l’udienza al prossimo 17 ottobre, quando la procura di Cosenza porterà in aula quanto richiesto dalla difesa. In quella data, il difensore di Munno ha già annunciato che farà questioni preliminari circa l’inutilizzabilità delle intercettazioni. Il comune di San Vincenzo La Costa si è costituito parte civile con l’avvocato Anna Spada.