Il personale sanitario del presidio Covid19 di Cetraro è preoccupato dopo la notizia della positività di un infermiere di Belvedere Marittimo. Nello specifico, medici e infermieri dei reparti in cui ha lavorato il neo infettato hanno chiesto a gran voce all’Asp di Cosenza di sottoporsi subito al tampone. Nelle ultime ore si è aggiunto anche il reparto di Ginecologia e Ostetricia che – in una lettera indirizzata al direttore sanitario Vincenzo Cesareo, al direttore UOC Risk Management, dottoressa Ariani, al commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, Giuseppe Zuccatelli, al commissario ad acta, gen. Saverio Cotticelli, al presidente della Regione Calabria Jole Santelli, al ministro della Salute Roberto Speranza e al procuratore capo di Paola, Pierpaolo Bruni – che ha richiesto l’esecuzione immediata dei tamponi, la santificazione del reparto e tutte le criticità evidenziate nella missiva. 

Tamponi e non solo, le criticità del presidio Covid di Cetraro

Nella nota, protocollata dall’Azienda Sanitaria Provinciale, si legge che «il reparto di Urologia» l’infermiere «svolge la sua attività lavorativa, non presenta barriere di separazione con il reparto di Ostetrica e Ginecologia». E ancora: «Esiste una promiscuità di dirigenti medici, infermieri, ostetriche, personale ausiliario di Urologia e di Ostetricia e Ginecologia», in quanto «detto personale ruota secondo le necessità nei vari reparti», così come quello addetto alle pulizie dell’ospedale.

Inoltre, «il reparto di medicina non prevede percorsi autonomi e dedicati per lo smaltimento dei rifiuti speciali, per il trasporto dei malati che provengono dal P. S., per l’esecuzione di esami diagnostici e strumentali, per l’accesso alla sala mortuaria, ma utilizza il reparto di Urologia, dove lavora l’infermiere risultato positivo, come corridoio di passaggio». E infine, «gli unici due ascensori che permettono l’accesso alle sale operatorie vengono utilizzati anche per il trasporto del carrello vitto, approvvigionamento farmaci, smaltimento biancheria sporca e pulita, rifiuti speciali, trasporto salme, accesso ai reparti di degenza e dei pazienti afferenti dal PS per consulenze urgenti».

Dunque, «i vari percorsi non sono adeguatamente segnalati» e «gli operatori che operano nel Ps e alle tende di triage sono gli stessi che accompagnano i pazienti nei reparti per consulenze urgenti».