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Nella giornata del 28 marzo 2022, è ripreso il processo sulla morte di Donato Bergamini, ex calciatore del Cosenza calcio, trovato senza vita il 18 novembre 1989, lungo la statale 106 Jonica, nei pressi di Roseto Capo Spulico. Il pm Luca Primicerio, in servizio a Castrovillari, ha inteso sentire quattro donne, facenti parte della sua lista testi. Tra queste l’ex moglie di Gigi Simoni, ex portiere del Cosenza, grande amico di Denis. Fabiana Novelli, emiliana di nascita, ha ripercorso le fasi della sua conoscenza diretta con Bergamini, ricordando anche le volte in cui incrociò Isabella Internò, imputata davanti alla Corte d’Assise di Cosenza, per il reato di omicidio volontario aggravato.
La donna ha raccontato al collegio giudicante di aver visto per l’ultima volta Donato, una o due settimane prima del tragico evento. La testimone quel giorno era in compagnia di Simoni, con il quale si era recata ad Argenta, nel negozio gestito da Donata Bergamini. Alla Corte ha detto che Denis era rabbuiato, come se avesse la testa da un’altra parte. Ne parlò con il suo compagno, il quale avrebbe detto “avrà i problemi suoi”. Su Isabella Internò ha riferito di averla vista un paio di volte a casa di Gigi e Donato, ma da parte sua non c’era interesse a diventare amica con lei, in quanto le volte che si trovava a Cosenza, usciva con le compagne di Lombardo e Galeazzi. Inoltre, Fabiana Novelli ha aggiunto che l’abbigliamento di Isabella Internò, era molto curato.
La palla, poi, è passata alla difesa. Gli avvocati Rossana Cribari e Angelo Pugliese, hanno scandagliato la credibilità della testimone, chiedendo alcune circostanze, come ad esempio se avesse visto Donato Bergamini ad Argenta, nel periodo del suo infortunio. Circostanza che non ha confermato, ipotizzando che quel giorno Gigi Simoni fosse andato da solo a trovarlo. In chiusura di controesame, Fabiana Novelli, su sollecitazione della difesa, ha spiegato di non aver mai conosciuto altre ex fidanzate di Bergamini. «Non sapevo che volesse sposarsi né tantomeno so chi siano Roberta Alleati e Roberta Sacchi».
Processo Bergamini, il ritiro in Toscana e l’amica di Poppi
La seconda testimone di giornata è stata Lucia Cuccaro, una ragazza conosciuta in ritiro a Poppi, comune in provincia di Arezzo, dove il Cosenza andò in ritiro nella stagione 1985-1986. «La squadra del Cosenza durante le pause degli allenamenti girava per le vie del paese e ci conoscemmo in una di queste occasioni, mentre era in corso la fiera. Io prestavo servizio davanti a uno stand, che si trovava sotto la sua camera d’albergo. Con Donato parlavamo anche di calcio, visto che sono un’appassionata, essendo tifosa della Juventus. Immaginavo che fosse fidanzato, ma il nome di Isabella Internò lo appresi dalla tv».
L’ultimo incontro tra Lucia Cuccaro e Donato Bergamini avvenne nel 1988. In una lettera inviata al padre Domizio, letta in aula su invito della Corte d’Assise di Cosenza, aveva scritto che si sarebbe rivolto a Padovano per sapere qualcosa di più della vicenda. Circostanza che la difesa dell’imputata ha approfondito, facendo emergere che in realtà nel periodo in cui Donato e Lucia Cuccaro, si sentivano per telefono, l’ex centrocampista del Cosenza, non abitava in casa con Michele Padovano, con il quale invece andò a “convivere” dall’estate del 1989 in poi. «Questo fatto allora l’ho appreso dalle cronache», ovvero quello che nel 1988 l’ex mediano e l’ex punta abitassero nello stesso appartamento. Infine ha negato di conoscere Donata Bergamini e di non averci mai parlato.
Processo Bergamini, gli incontri di Denis con una ragazza cosentina
Rossella Fischetti è stata la terza testimone esaminata e contro-esaminata dalle parti processuali. «Conoscevo Denis Bergamini nel periodo in cui lui aveva una Mercedes di colore nero. Ci vedevamo in giro e più di sei volte ci siamo incontrati a casa sua, dove abbiamo avuto anche rapporti sessuali. La nostra frequentazione è durata circa cinque mesi. In quel periodo ricordo che festeggiammo la promozione in serie B del Cosenza, facendo la sfilata con la Mercedes. Che tipo era? Bergamini era tranquillo, non ho mai visto Isabella Internò e presumo che quando lo vedevo tra loro fosse finita, ma di lei non mi disse nulla. Mi riprendeva quando fumavo e un giorno mi redarguì dicendomi “Non fumare che fa male”, che una sua ex era caduta nella droga, voleva aiutarla e non ci riuscì».
La donna, tuttavia, ha evidenziato di ricordare bene cosa aveva dichiarato alla procura di Castrovillari nel 2018, «evidentemente hanno riportato male loro, visto che io non ho riletto il verbale». E ancora: «Ho appreso della morte di Denis nel giorno del compleanno di mia sorella. Mi chiamò un’amica e mi dissi che era morto. Non ho mai creduto al suicidio, non mi sembrava un ragazzo depresso» ha aggiunto. Mentre su domanda dell’avvocato Fabio Anselmo che specificato che «Denis era un bravo ragazzo, un ragazzo perfetto, simpatico e scherzoso. Ed era anche un grande giocatore».
Nel controesame, invece, l’avvocato Rossana Cribari, ha fatto rilevare che le dichiarazioni della teste, in merito all’interruzione del rapporto sentimentale con Isabella Internò, «era una mia deduzione», mentre l’avvocato Angelo Pugliese ha chiesto se avesse mai conosciuto Donata Bergamini. «L’ho conosciuta anni fa, forse 15-16, a Castrolibero. Insieme a lei c’era un avvocato, ma non quello che è presente in aula (il riferimento è all’avvocato Fabio Anselmo, ndr)». Presumibilmente si trattava dell’avvocato Eugenio Gallerani.
Processo Bergamini, la fidanzata di Ruvolo e l’incontro tra Luciano Conte e Isabella Internò a Paola
Ultima testimone di giornata è stata l’assistente capo di polizia, Tiziana De Carlo, originaria di Paola, ma in servizio dal 1999 ad oggi alla Questura di Napoli. «Sapevo chi era Donato Bergamini, perché giocava nel Cosenza calcio insieme al mio ex fidanzato dell’epoca, Stefano Ruvolo, con il quale mi lasciai temporaneamente dopo la morte di Donato, in quanto lui era confuso e voleva prendersi una pausa di riflessione».
Il pm Luca Primicerio, a questo punto, ha introdotto l’argomento relativo alla storia tra Isabella Internò e Luciano Conte, agente di polizia e attuale marito dell’imputata, inizialmente indagato per favoreggiamento, la cui posizione è stata messa in stand-by. «Luciano Conte lo conoscevo di vista, è anche lui originario di Paola. Tra la fine di novembre 1989 e inizi dicembre 1989, ricordo di essere uscita nel weekend – poteva essere un sabato o una domenica – insieme alle mie amiche e circolava una voce che su corso Roma ci fosse Luciano Conte in atteggiamenti intimi con l’ex fidanzata di Donato Bergamini. Aspettai prima di rientrare a casa, fin quando non vidi Conte assieme a questa ragazza, che aveva la testa sulle sue spalle. Deduco avessero una relazione. Lei poteva avere 18-20 anni, capelli biondi a caschetto e fui sicura che fosse lei dopo aver visto le immagini in tv». «Stefano Ruvolo non credeva al suicidio» ha aggiunto Tiziana De Carlo.
Nel controesame, l’avvocato Angelo Pugliese ha chiesto alla testimone se sapesse che Stefano Ruvolo faceva uso di sostanze stupefacenti, «no, non lo sapevo», ha risposto, ricordando il periodo in cui si lasciarono. «Giugno del 1990, ma le cose non andavano bene già da qualche tempo. Penso che Graziella De Bonis, sia stata la causa della nostra separazione». Poi ha rivelato di aver conosciuto solo Michele Padovano, il quale fu invitato a pranzo a casa dei suoi genitori con Ruvolo, nel periodo antecedente alla fine della loro relazione.
Infine, in chiusura della seduta processuale, il pm Luca Primicerio ha chiesto di acquisire il foglio in cui si attestava la licenza ottenuta da Luciano Conte dal 28 novembre 1989 al 7 dicembre 1989. Documento che l’avvocato Angelo Pugliese ha visionato, concludendo così. «Questo foglio dimostra che prima del 28 novembre 1989 Luciano Conte era sempre a Palermo a lavorare». Come a dire: il 18 novembre del 1989 il marito di Isabella Internò era in Sicilia. Domani nuova udienza. Tra i testimoni anche l’ex procuratore sportivo di Denis, Bruno Carpeggiani.