Tutti gli articoli di Notizie
PHOTO
Sulla vicenda del dirigente Massimo Ciglio, oggi La Ciroma scrive rivolgendosi direttamente a Caruso una lettera amaramente ironica: «Caro signor sindaco e compagno, scusa la volgarità, eventuale, del termine – scrivono -. Ma che stupefacente e coraggiosa prima azione politica che da sindaco-maraviglia caro compagno Franz hai messo a segno. Mentre la città intera, sbagliando, pensa d’essere afflitta dal problema del traffico, da quello idrico e magari, qualcuno più volgarmente, anche dalla mancanza di lavoro, SuperFranz spiazza tutti e trova finalmente il responsabile dell’incuria, del degrado, cui siamo sottoposti: Il Sobillatore (grazie Franz, erano secoli che nessuno aveva più il coraggio di usare un termine tale, forse, diremmo, dal Ventennio).
SuperFranz ha trovato il capo dei Sobillatori, il Fiancheggiatore, il terribile black- bloc, l’anarco-insurrezionalista, l’attentatore della moralità cittadina che si nascondeva nei panni apparentemente innocui di, nientepopodimenoche, un dirigente scolastico, ovvero: il famigerato Massimo Ciglio.
Il quale, “travalicando ogni forma di rispetto, ha affisso sulla recinzione del cantiere, dei messaggi offensivi, oltraggiosi e vicini al dileggio, nei confronti della mia persona, nella qualità di Sindaco della città di Cosenza, utilizzando espressioni che recano offesa anche sul piano personale e delle quali risparmio il contenuto”.
E ha ragione SuperFranz! Addirittura in un foglio volante senza alcun rispetto, Sua Eccellenza, in persona, veniva additato al pubblico ludibrio come: “Capupilata”. Ma si può? Per una roba del genere nella notte degli Oscar uno s’è preso una lippa in faccia! Ha fatto bene SuperFranz a stigmatizzare quest’indegna e indecente terroristica affermazione lesiva alla carica sua.
Tutta la città, del resto, è a conoscenza dei gravissimi fatti successi nell’occasione della manifestazione di protesta avvenuta a via Roma capeggiata, ispirata e messa in opera dal Sobillatore Ciglio. Tutti ricordiamo: traffico bloccato per ore e ore; camionette della celere divelte; blindati attaccati; cassonetti in fiamme; urla di bimbi, vetrine infrante, saccheggi e cavallette per l’intera città.
Ma questo Sobillatore Ciglio ha trovato pane per i propri denti: Super Franz.
Meno male che Franz c’è!
Mentre l’opinione pubblica voltava dall’altra parte la faccia e perdeva la coscienza, Franz non si lasciava intimorire e anzi passava al contrattacco e con gravissime prove nelle mani – una cassetta di molotov (poi donate dallo stesso generosamente a Kiev) e pomodori, una raccolta di sanpietrini edizione Panini, pernacchie e putipù- denunziava e ingiungeva (e se no uno è sindaco di Cosenza per niente) all’Ufficio Scolastico Regionale “di valutare attentamente la possibilità di assumere, nei confronti del Dirigente scolastico della Scuola elementare Lidia Plastina Pizzuti di Cosenza, i provvedimenti del caso, non escludendo anche l’eventualità di una sua sostituzione o rimozione dall’incarico attualmente ricoperto”. Ingiunzione che prontamente, servizievolmente l’Ufficio Scolastico Regionale, raccoglieva e provvedeva a imbastire il processo richiesto dal Sindaco, contro il Sobillatore Ciglio. Mentre per dire, l’ufficio scolastico regionale ancora non ha convocato la Preside dell’Istituto di Istruzione Superiore Statale “Valentini-Majorana”. Ma quella è stata distratta e sbadata, ma non certo Sobillatrice della pubblica moralità.
Caro SupeFranz ci lasci dire però anche noi siamo Sobillatori in questa città.
Siamo disobbedienti come lo è stato Ciglio.
Perché, vede, quando la tracotanza ha la presunzione di essere essa stessa a determinare la legge, la disobbedienza diventa dovere.
Lei che ha realizzato, come ha dichiarato quand’è stato eletto, il suo sogno di diventare sindaco, come una fanciulla qualsiesi avrebbe potuto dire vincendo il titolo di miss Italia, pensi adesso di darsi un sogno per questa città. E non punizioni (magari domani manette) per noi Sobillatori.
Perché caro SuperFranz, noi crediamo che se finanche i cittadini l’avessero ingiuriato e ammettiamo pure pesantemente, Lei avrebbe avuto l’obbligo di dialogare con questi, poiché molti di questi hanno affidato a lei la speranza che la precedente sindacatura ha deluso e frantumato, ma Lei invece di rispondere alla loro protesta ha preferito negare il problema posto, sul quale si può o non può essere d’accordo, nel merito e nei termini, ma al quale sarebbe valsa la pena dare una risposta vis-à-vis. Lei invece no: ha scelto la strada del capro espiatorio per affermare che in questa città tutto va bene madama la marchesa, che non ci sono crateri per le strade, non c’è problema di traffico, non c’è carenza idrica, ma solo Sobillatori.
C’è da riprendere solo la dichiarazione di Ciglio, “Una tristezza. Quello che mi riguarda è un piccolo caso ma purtroppo significativo di una mentalità che non prevede dialogo ma decisioni unilaterali, non condivisione delle scelte, esclusione come strumento di gestione. Potere e non diritti, come avviene anche in questa guerra“.
Ma caro sindaco la preoccupazione di Ciroma va un po’ oltre, noi sappiamo da quale ambito politico Lei proviene e questo suo agire non ci pare possa essere farina del suo sacco, quanto dei Dioscuri che le stanno intorno. La preoccupazione nostra è quella che Lei si sia consegnato testa, ahimè, mani e piedi alla cultura di quelli che da bambini si sono cresciuti nel mito di Josif Vissarionovic (Stalin) e che ora hanno scoperto Mariolino Scelba, come mentore. Questi suoi amici sono quelli che, parafrasando Pietro Nenni, amano essere, Forti con i deboli e deboli con i forti! Poverattia!».