Ci sono migliaia di calabresi che risiedono o sono domiciliati per lavoro nelle Regioni del Nord. Piemonte, Lombardia e Veneto sono quelle più colpite dall’infezione del coronavirus. In questi casi, come spiegano le autorità sanitarie e istituzionali, è obbligatorio non muoversi dalla propria abitazione, restando in quarantena per 14 giorni se si risiede nei comuni dei focolai. Questo ovviamente se si viene a conoscenza di essere stati a contatto con un paziente contagiato da coronavirus o se si avvertono i sintomi del coronavirus. In tutti gli altri casi – ovvero coloro i quali abitano in altre zone non classificate come “focolai del coronavirus” – si raccomanda la massima prudenza, evitando di frequentare posti affollati, stazioni ferroviarie o aeroporti. Sono misure eccezionali, quelle imposte dal Governo, per fronteggiare l’emergenza coronavirus, concentrando le infezioni nei comuni maggiormente interessati dall’epidemia.

Questo vale, come detto, anche per i calabresi che abitano fuori Regione. A tal proposito, le forze dell’ordine raccomandano di non mettersi in viaggio verso la Calabria, se si è residenti in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna (esclusivamente nelle zone dei focolai del coronavirus) attendendo i nuovi provvedimenti delle autorità nazionali. Qualora uno o più soggetti dovesse violare le direttive imposte dal Governo, le forze dell’ordine (oltre ai profili penali) saranno costrette ad identificare uomini e donne, quelli provenienti dai comuni considerati “focolai del coronavirus”, sottoponendoli ai protocolli stabiliti dal ministero della Salute. Per tutte le altre situazioni, qualora si dovessero avvertire i sintomi dell’infezione da coronavirus, è necessario chiamare il numero di emergenza nazionale 1500 o interloquire con i rispettivi medici di famiglia. Carabinieri, polizia e Guardia di Finanza invitano alla collaborazione.