Prima assemblea pubblica al polo scolastico di Piazza Cappello: comitati, cittadini e politica a confronto sulle fragilità della città
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Bianca Rende
Cosenza non chiede proclami, chiede ascolto. Chiede di essere guardata negli occhi, quartiere per quartiere, voce per voce. Da questa esigenza nasce “Discute la città”, il ciclo di assemblee pubbliche promosso dalla consigliera comunale Bianca Rende, che si traduce in una scelta politica netta: riannodare il filo spezzato della democrazia locale, restituendo centralità e protagonismo ai cittadini.
Il primo appuntamento, svoltosi mercoledì 17 dicembre presso il polo scolastico di Piazza Cappello, moderato da Paola Palermo (WWW – La Calabria vista dalle Donne), ha registrato una partecipazione ampia e qualificata. Oltre due ore di confronto serrato che hanno messo a nudo le fragilità profonde della città e dell’area vasta, restituendo l’immagine di una comunità viva ma stanca di non essere ascoltata.
L’iniziativa nasce come spazio di ascolto reale, aperto ai numerosi comitati e collettivi civici sorti negli ultimi anni per colmare un vuoto di rappresentanza. Dal dibattito sono emerse con forza questioni strutturali irrisolte: la drammatica crisi idrica, che da mesi soffoca l’area urbana; lo spostamento dell’ospedale verso Arcavacata, vissuto come un rischio di marginalizzazione del capoluogo; la crisi del commercio, aggravata dall’aumento delle tariffe per l’occupazione del suolo pubblico; il decoro urbano carente, la viabilità caotica, il senso crescente di insicurezza e un trasporto pubblico inefficiente e inaffidabile.
Tra le contraddizioni più evidenti emerse nel confronto, quella sull’assenza di un assessorato alla Cultura a fronte della pretesa di candidare Cosenza a “Capitale della Cultura”. Temi diversi ma uniti da un filo comune: la mancanza di un ascolto strutturato e permanente tra amministrazione e cittadini.
All’incontro hanno partecipato rappresentanze civiche, politiche e associative attive sul territorio: la Consulta dei commercianti, i comitati Rinasci Cosenza, Riforma–Rivocati, Via Panebianco, Autostazione–via Medaglie d’Oro, No Scippo, Riforma, residenti di via De Rada. Presenti anche consiglieri comunali e capigruppo di maggioranza, dirigenti del PD, esponenti di Rifondazione Comunista, AVS, del movimento Cosenza Cresce Insieme e realtà civiche come Progetto Meridiano.
Dalle voci dei quartieri è emersa una sofferenza condivisa: solitudine, senso di abbandono, assenza di un welfare municipale inclusivo e l’esistenza di troppe sacche di povertà non intercettate.
«Strade, piazze, edifici e marciapiedi contano, ma il vero significato di città sono le persone», è stato detto. Particolarmente dura la denuncia di una gestione personalizzata dei servizi: «Oggi per ottenere ciò che spetta di diritto bisogna chiamare il consigliere o l’assessore di turno. Questo non è ascolto, è una grave anomalia democratica». Emblematica l’affermazione: «La bonifica di una microdiscarica passa come un favore personale».
Nel suo intervento, Bianca Rende ha ringraziato la comunità per il sostegno ricevuto alle ultime elezioni regionali, sottolineando come quel consenso rappresenti oggi una responsabilità ulteriore.
«In questo periodo è fondamentale incontrarsi. A noi interessa rafforzare la democrazia locale, riannodare i fili tra il palazzo e la città, ricostruire fiducia, appartenenza e partecipazione», ha spiegato, evidenziando come solo così possa emergere una nuova classe dirigente, soprattutto tra i giovani. Preoccupa, infatti, il dato dell’astensionismo crescente, segnale evidente di disaffezione politica.
Rende ha parlato di crisi economica, di deficit strutturali che colpiscono i ceti più deboli e di un declino percepito come inesorabile. Il trasferimento dell’ospedale verso Arcavacata, ha osservato, «sposta il baricentro molto a nord e rischia di indebolire il ruolo storico della città», mentre la crisi del commercio e dei servizi alimenta un diffuso senso di abbandono. Da qui la scelta di individuare nei comitati civici gli interlocutori privilegiati di un nuovo percorso partecipativo.
Citato Pericle, nel celebre discorso del 431 a.C. – «Chi non si interessa delle sorti della città non è una persona innocua, ma inutile» – la consigliera ha ribadito che la partecipazione deve diventare strutturale, per migliorare la qualità della vita e dare ai giovani ragioni concrete per restare. Da qui la proposta di istituzionalizzare i comitati di quartiere, come spazi permanenti di ascolto e rappresentanza, capaci di intercettare i bisogni reali e costruire tavoli di lavoro tematici.
Un messaggio che suona anche come un monito politico: l’amministrazione ha ancora un anno e mezzo di governo davanti. «Correggere la rotta è indispensabile per evitare che il crescente malcontento apra la strada a chi ha già devastato le casse cittadine e oggi potrebbe ripresentarsi sotto nuove e “mentite spoglie”», ha avvertito Rende.
«Chi vive Cosenza, chi ha scelto di restare, chi soffre nel vedere andare via i propri figli, non vuole assistere passivamente al suo lento declino – ha concluso –. Questo primo incontro restituisce l’immagine di una città demotivata e distante dalla classe dirigente. Ma è solo l’inizio di un percorso più lungo, che punta a costruire visioni comuni e a restituire a Cosenza il ruolo di “incubatore di civiltà” che la sua storia le assegna».

