Uno degli argomenti più caldi dell’ultima settimana, e che farà discutere ancora per lungo tempo, è stata la notizia dell’apertura, a partire dall’anno accademico 2021-22 di un nuovo corso di laurea all’Università della Calabria. Come mai, sebbene si tratti di un processo abbastanza normale e consueto per l’organizzazione dell’offerta formativa degli atenei, tale annuncio ha suscitato tanto scalpore tra l’opinione pubblica e gli addetti ai lavori? La ragione deve essere ricercata nella tipologia di corso di laurea che muoverà i suoi primi passi sull’iconico ponte dell’ateneo di Arcavacata dal prossimo anno. Si tratta infatti non di un corso di laurea qualunque, ma del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia Td (Tecnologie digitali) – classe di laurea LM-41, la cui attivazione è stata deliberata dalla giunta regionale in data 04-02-2021.  Attualmente sono 37 gli atenei sparsi nel territorio italiano che offrono l’erogazione di questo prestigioso corso di laurea e l’Unical diventerà la 38esima realtà ad offrire la possibilità di intraprendere tale percorso di formazione, con la peculiare simbiosi tra la medicina, chirurgia e la digitaltecnology.                       

Si sono espressi sulla questione anche gli studenti appartenenti al Movimento studentesco #NOI, i quali, impegnati nell’ambito dell’associazionismo e della rappresentanza studentesca, hanno accolto la notizia con molto entusiasmo. Si sono soffermati su vari aspetti concernenti gli scenari che si aprono con l’innesto di tale corso di laurea. Questa introduzione, oltre ad incrementare numericamente i corsi di laurea messi a disposizione degli studenti reali e potenziali, offre la possibilità all’intero territorio di avviare una serie di attività migliorative. Quindi non solo motivo di vanto e prestigio, l’apertura di Medicina e Chirurgia all’Unical può assurgere a vero e proprio volano economico e sociale per l’intera regione. Può aprirsi, infatti, una bellissima pagina per la storia della Calabria che, purtroppo, troppo spesso si è caratterizzata per l’essere stata investita da politiche della distruzione e del disservizio. Medicina all’Unical non vuol dire soltanto migliorare un ateneo, ma creare le condizioni perché l’intero territorio venga attraversato da un’ondata di progresso e benessere. In primis, consequenziale dovrebbe essere – secondo i giovani di  #NOI- la realizzazione di un progetto per la costruzione di un nuovo ospedale; il concepimento di una nuova struttura ospedaliera porterebbe con se diversi benefici: la creazione di posti di lavoro per la costruzione delle strutture, quindi un’opportunità occupazionale per i numerosi –purtroppo- disoccupati della nostra terra e per le aziende locali del settore delle infrastrutture (che da anni ormai versa in una condizione di depressione) l’occasione di concorrere alla realizzazione di un’importante opera pubblica; inoltre, andrebbe a sancire la domanda di figure professionali quali medici, infermieri, O.S.S., oltre che dare l’opportunità agli studenti del venturo corso di laurea di avere l’opportunità di svolgere le attività pratiche del loro percorso di studi vicino alle aule dell’ateneo, per tale ragione –aggiungono gli i ragazzi di #NOI- “tale struttura deve sorgere accanto all’Università, deve essere la naturale prosecuzione del ponte Bucci, che connette la Calabria al mondo, che proietta ogni studente verso il proprio avvenire”.                                     

Ma, in apertura, si è evidenziato come la notizia abbia suscitato un acceso dibattito, che vede contrapposti detrattori e sostenitori dell’arrivo di Medicina all’Unical. La ragione principe dei detrattori risiede nella convinzione che l’introduzione del corso di laurea all’interno dell’ateneo di Arcavacata vada ad intaccare in maniera sostanziale l’Università Magna Grecia di Catanzaro, che del corso di laurea in Medicina e Chirurgia fa il suo punto di forza. Anche circa tale aspetto si sono espressi gli arancioni, i quali hanno sottolineato che, per rendere effettivamente prolifico l’innesto di Medicina all’Unical, è necessario che questa non comporti un indebolimento per l’UMG, bensì un’opportunità in più per la nostra Regione, che negli ultimi 15 anni è stata investita da una vera e propria diaspora giovanile (si contano più di 180.000 giovani che hanno deciso di proseguire la propria formazione/carriera lavorativa fuori dalla nostra terra); ampliando il discorso, non solo per la Calabria, un corso di laurea in Medicina in più può significare per l’intero Meridione,  un’opportunità in più per restare, tenendo in considerazione che lo Svimez ha reso noto che sono ben 2 milioni i giovani che negli ultimi 15 anni hanno lasciato il Mezzoggiorno. Dunque, non una competizione, ma una cooperazione è ciò che si aspettano i giovani studenti del Movimento #NOI tra i due atenei. In una terra in cui quella della sanità è una delicata problematica, fornire l’opportunità a più persone di formarsi all’interno del nostro territorio non può essere che qualcosa di positivo, per certi versi necessario. Infine, l’augurio degli studenti di #NOI è quello che gli studenti, nella loro totalità, vengano coinvolti in un momento storico tanto importante per la storia dell’Università della Calabria, polmone verde di una regione che ha voglia di emergere e dimostrare le proprie potenzialità.