In piazza per l’acqua. Si pensava che con il referendum del 2011, che aveva sancito la volontà popolare di mantenere l’acqua come bene comune, non ci sarebbero stati più problemi di sorta. E invece la Calabria, in questo caso l’area urbana bruzia, è dovuta tornare nuovamente in protesta contro Sorical, ma non solo. A manifestare, nel presidio convocato da “La Base”, anche tanti comuni cittadini che si sono alternati al microfono portando le loro testimonianze, molte delle quali sfiorano il surreale. 

In particolare a catturare l’attenzione dei presenti è quanto racconta il signor Raffaele: «A casa mia manca l’acqua da cinque giorni. Ciononostante – aggiunge – mi è arrivato un avviso di Sorical che intima un pagamento da 310 euro. Gli avevo mandato l’autolettura, ma loro nella bolletta non scrivono nulla». Non c’è una data precisa di riferimento: «Ora, a casa siamo due persone e a luglio abbiamo pagato 260 euro di bolletta. Secondo voi – chiede – è possibile che in tre mesi abbiamo consumato 310 euro di acqua?».

Quartieri popolari senz’acqua, l’attacco alla politica

Non c’è stato alcun contraddittorio, ma non per volontà dei manifestanti: gli uffici Sorical, infatti, sono rimasti chiusi questa mattina per manutenzione dei sistemi informatici. In merito alla chiusura, diversi cittadini presenti manifestano dubbi, per dirla come ne “Il marchese del Grillo”, di opportunità: «Io continuo a chiedermi – dice al microfono un signore sulla settantina – perché non vogliano darci alcuna risposta». Ma l’attacco non è solo all’azienda, è anche alla politica: «Sorical è sotto la gestione dell’Ente Regione – spiega al microfono Stefano Catanzariti – ed è inutile girarci intorno: sia la Regione sia i sindaci sono corresponsabili, perché quando avevano la possibilità di chiedere fondi e sbattere i pugni per pretendere un servizio adeguato non hanno fatto nulla».

Un altro uomo di mezza età prende la parola: «Mia madre vive a via Popilia e ha novantadue anni. Quando vado a trovarla, la sera, mi raccomanda di metterle sul fuoco una pentola perché “non si sa mai con l’acqua, poi come faccio a cucinarmi domani”. Ma vi sembra normale tutto questo? Vi sembra degno di un paese civile?». 

La protesta contro Sorical convocata da “La Base” è stata, spiegano i manifestanti, soltanto l’inizio: si sta infatti ragionando su una serie di proteste collettive per portare all’attenzione delle istituzioni molto, molto più da vicino il problema. Perché nella regione con la maggiore risorsa idrica d’Italia, non si può pensare nel 2025 di poter stare per cinque giorni consecutivi senza acqua. Più che un disservizio, un ritorno alla Preistoria.