«La gestione delle autoambulanze affidata senza bando di gara»
Il secondo filone dell’indagine, condotto dal gruppo tutela spesa pubblica sempre del nucleo p.e.f. di Catanzaro, riguarda presunte condotte illecite perpetrate nell’affidamento e nella gestione del “servizio autombulanze occasionale e su chiamata” gestito dall’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Tale vicenda si colloca temporalmente in concomitanza con l’emissione dell’interdittiva antimafia da parte della prefettura di Catanzaro
Il secondo filone dell’indagine, condotto dal gruppo tutela spesa pubblica sempre del nucleo p.e.f. di Catanzaro, riguarda presunte condotte illecite perpetrate nell’affidamento e nella gestione del “servizio autombulanze occasionale e su chiamata” gestito dall’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro.
Tale vicenda si colloca temporalmente in concomitanza con l’emissione dell’interdittiva antimafia da parte della prefettura di Catanzaro nei confronti del “gruppo Putrino” e la successiva assegnazione in estrema urgenza del servizio autoambulanze occasionale e su chiamata al “gruppo Rocca”.
Nel novembre 2017, infatti, a seguito del provvedimento interdittivo emesso dalla prefettura di Catanzaro nei confronti della “croce rosa Putrino”, il servizio di autoambulanze dell’Asp di Catanzaro era stato affidato con procedura di “estrema urgenza” (ossia senza bando di gara) ad un’associazione temporanea di scopo (ats), con a capofila la “croce bianca lamezia”, associazione di fatto del “gruppo Rocca” per il tramite di Tommaso Antonio Strangis.
Le indagini hanno fatto emergere un’allarmante carenza tecnica e organizzativa in capo all’ats, che aveva dato esecuzione al servizio con ambulanze non adeguate da un punto di vista meccanico (freni e luci non funzionanti, cambio difettoso, problemi alla frizione, revisioni non effettuate) e non provviste di adeguate dotazioni elettromedicali (non munite di termoculla per il trasporto di neonati, ossigeno scaduto o non presente). Non meno preoccupante è quanto emerso in merito alla circostanza dell’impiego di personale non qualificato e non provvisto delle adeguate abilitazioni professionali.
Grazie a presunti accordi corruttivi conclusi con i tre dirigenti dell’asp catanzarese (Eliseo Ciccone, Giuseppe Luca Pagnotta e Francesco Serapide), l’associazione avrebbe ottenuto le certificazioni di qualità richieste per l’affidamento del servizio autoambulanze sulla base di una semplice verifica documentale, senza le necessarie operazioni di riscontro fisico dello stato dei mezzi, delle dotazioni e delle strutture aziendali.
Allo stesso modo, l’Ats “croce bianca” era poi riuscita a ottenere non solo la concessione iniziale, ma anche la proroga del servizio, entrambe ufficialmente concesse per ragioni di “estrema urgenza”, in attesa che l’Asp di Catanzaro perfezionasse un accordo quadro per l’appalto del servizio ambulanze.
In questo contesto, sono stati tratti in arresto Strangis Tommaso Antonio e Colombo Italo, quest’ultimo amministratore di fatto dell’Ats, e Ciccone Eliseo, Pagnotta Giuseppe Luca e Serapide Francesco, dirigente e funzionari dell’Asp di Catanzaro.
A loro carico, tutti sottoposti agli arresti domiciliari, sono ascritti a vario titolo episodi di corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, falso, rivelazione di segreto d’ufficio e frode nelle pubbliche forniture.
Due soggetti, Strangis e Ciccone, sono stati raggiunti da entrambe le ordinanze, avvalorando quanto emerso dalle indagini, dirette da questo ufficio e svolte dalla Guardia di Finanza, circa la stretta connessione tra fenomeni tipici della criminalità organizzata e l’infiltrazione nella pubblica amministrazione.
La complessiva ed articolata esecuzione, condotta grazie all’ausilio determinante anche dei gruppi territoriali di Catanzaro e Lamezia Terme e del nucleo di polizia economico-finanziaria di Udine, ha visto l’impiego di circa 200 finanzieri, l’effettuazione di numerose perquisizioni e il sequestro di sei società.