Il professor Giovanni Rezza: «Bergamo focolaio satellite del coronavirus»
Giovanni Rezza, capo Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, a SkyTg24 annuncia che la città di Bergamo potrebbe essere inserita nella zona rossa. I casi nella parte alta della Lombardia sono in forte aumento. Oggi infatti è arrivata la notizia della morte (in soli tre giorni) del medico Ivo Cilesi, specializzato nel curare
Giovanni Rezza, capo Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, a SkyTg24 annuncia che la città di Bergamo potrebbe essere inserita nella zona rossa. I casi nella parte alta della Lombardia sono in forte aumento. Oggi infatti è arrivata la notizia della morte (in soli tre giorni) del medico Ivo Cilesi, specializzato nel curare le persone dementi, originario proprio di Bergamo. Un motivo in più per usare cautela e prudenza. Per questo motivo, Giovanni Rezza spiega che «stiamo pensando di rimodulare e riformare la zona rossa che, a questo punto, potrebbe riguardare i comuni più colpiti, come Bergamo. Escluderei Milano, perché lì ci sono pochi casi».
Una soluzione, quella di inserire Bergamo nella zona rossa, che potrebbe avere conseguenze drastiche anche nel campionato di serie A o in Champions League, qualora la Dea dovesse superare il turno contro il Valencia. Stare dentro la zona rossa significa non poter uscire o entrare nel comune in cui si risiede, stare a casa e limitare al massimo i contatti sociali. Dunque, per l’Atalanta sarebbe impossibile – fino al momento della revoca di queste misure draconiane – continuare a giocare in serie A. In tal senso, qualora il Governo decidesse nelle prossime ore di considerare Bergamo zona rossa, al pari dei dieci comuni del Basso Lodigiano e del comune di Vo’ Euganeo in Veneto – la Lega calcio sarebbe costretta ad assumere provvedimenti urgenti al fine di tutelare la regolarità del campionato.
I consigli del professor Giovanni Rezza agli italiani
Come Giuliano Rizzardini, professore dell’ospedale “Sacco” di Milano, anche Giovanni Rezza invita a limitare i contatti sociali. Un sacrificio che gli italiani sono costretti a fare per contenere la diffusione del coronavirus. «La popolazione deve abituarsi ad avere dei comportamenti “asociali”, come non baciarsi e non abbracciarsi. E’ necessario – dichiara il componente dell’Istituto Superiore di Sanità – arginare la velocità di diffusione del virus». In definitiva, Giovanni Rezza ritiene che il focolaio principale è quello in provincia di Lodi. «poi ci sono dei focolai satelliti come Bergamo, Veneto e Pesaro. Insomma, non bisogna abbassare la guardia».