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«Fondi Ue inutilizzati, usiamo quei 250 milioni»

Ci sarebbero per la Calabria 250 milioni di euro da impiegare nell’emergenza, sono fondi europei e non c’entrano nulla con il Mes e le altre misure ancora in discussione a Bruxelles. Si tratta delle risorse comunitarie mai utilizzate dei due settennati di programmazione 2000-2006 e 2007-2013. E, torna a dire Carlo Guccione, è necessario che

«Fondi Ue inutilizzati, usiamo quei 250 milioni»

Ci sarebbero per la Calabria 250 milioni di euro da impiegare nell’emergenza, sono fondi europei e non c’entrano nulla con il Mes e le altre misure ancora in discussione a Bruxelles. Si tratta delle risorse comunitarie mai utilizzate dei due settennati di programmazione 2000-2006 e 2007-2013. E, torna a dire Carlo Guccione, è necessario che la Regione provveda a riprogrammare il loro utilizzo redigendo un piano strategico ad hoc. Per l’esponente del Pd l’occasione per ratificare la nuova strategia sui vecchi finanziamenti Ue ci sarà prima della fine di aprile. Entro il 30, infatti, il Consiglio regionale sarà chiamato a discutere del bilancio di previsione approvato ieri dalla Giunta.

I dati del ministero sui fondi inutilizzati

Il consigliere regionale ritiene che i fondi non usati del periodo 2000-2013 possano integrare «quelli che l’Europa incomincia a mettere a disposizione degli Stati». Così come a quelli che il Governo ha stanziato per la liquidità delle imprese. O, ancora, quelli del decreto – la cui approvazione è attesa nei prossimi giorni – che «includerà misure di contrasto alla disoccupazione e il finanziamento del reddito di emergenza». Guccione cita un report del Mef, che a dicembre «ha segnalato che del Fondo sociale europeo disponibile per la Calabria, pari a 339,12 milioni di euro, rimangono ancora da utilizzare oltre 250 milioni». Per questo ritiene «fondamentale riprogrammare, velocizzare e sburocratizzare l’utilizzo delle risorse comunitarie». Il loro impiego, afferma, «potrebbero permettere di avere a disposizione della Calabria circa un miliardo e mezzo».

Le risorse per il lavoro rimaste nelle casse

Guccione fa due esempi di fondi a cui attingere: “Garanzia Giovani” e “Dote Lavoro e inclusione attiva”. Per la prima misura, afferma, nel 2017 la Regione pubblicò un bando da 13,5 milioni di euro per promuovere tirocini con l’obiettivo di avvicinare i giovani al lavoro e ridurre i cosiddetti Neet. Per la seconda erano 67 i milioni a disposizione «per sostenere l’inserimento e/o il reinserimento nel mercato del lavoro dei disoccupati». Ora, scrive il democrat, toccherebbe liquidare al più presto le somme che spettano a chi ha usufruito dei due programmi. La disponibilità finanziaria per avviare le procedure c’è, i rendiconti sulle indennità maturate pure, mancano solo i pagamenti da parte della Regione.

Subito dopo, bisognerà decidere come usare gli altri fondi fermi nelle casse regionali. «Si apra – conclude Guccione – un confronto su questi temi: il documento contabile della Regione deve essere accompagnato da un Piano strategico di riprogrammazione di tutte le risorse comunitarie disponibili, per sostenere settori strategici quali l’agricoltura, il turismo e l’ambiente».

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