Caporalato, arresti e sequestri nel Tirreno cosentino
Operazione anti-caporalato della procura di Paola che arresta sette persone, accusate di aver schiavizzato alcuni lavoratori del Bangladesh.
Gli agenti del commissariato di Polizia di Paola hanno eseguito sette misure cautelari degli arresti domiciliari e il sequestro di un’azienda agricola nei confronti di imprenditori italiani e cittadini stranieri ritenuti responsabili del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro di cittadini stranieri, cosiddetto caporalato.
Caporalato, indagine svolta in tempi rapidissimi
Le misure cautelari sono state emesse dal Gip del Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia, su richiesta della procura della Repubblica, coordinata dal procuratore capo Pierpaolo Bruni. L’indagine è stata svolta in tempi rapidissimi al fine di interrompere le disumane condizioni di vita di lavoratori del Bangladesh sottoposti a turni di lavoro massacranti; turni talvolta anche di 26 ore con paga di 1,50 euro a ora. Gli stranieri subivano continue minacce e insulti e consumavano i pasti per terra a differenza dei lavoratori italiani che potevano usufruire di un tavolo. Gli stessi lavoratori, poi, erano indotti a vivere in alloggi fatiscenti ove si è constatata la presenza di muffe sui muri, bagni malfunzionanti e inefficienti, mancanza di riscaldamenti e la presenza di letti congestionati dislocati in tutte le camere dell’appartamento, precisamente 7 posti letto in meno di circa 70 metri quadrati.
In particolare, alcuni lavoratori di nazionalità del Bangladesh, hanno trovato la forza di denunciare fatti, che hanno ritrovato riscontri in servizi di appostamento e nelle altre attività di indagine. A tutti i lavoratori stranieri non è stato mai garantito né tantomeno riconosciuto alcun diritto: non hanno mai goduto di riposi settimanali, ferie, congedi per malattia o aspettativa e né hanno mai ricevuto alcun compenso per le ore di straordinarie prestate.
Al lavoro, nel periodo Covid, senza mascherina di protezione
Gli uomini del Bangladesh, inoltre, lavoravano in ambienti in cui perennemente si assisteva alla violazione di norme in materia di sicurezza ed igiene dei luoghi di lavoro, senza alcun indumento and infortunistico o dì sicurezza sui posti di lacero. E’ stata sottoposta a sequestro preventivo anche l’azienda agricola presso la quale lavoravano gli stranieri. Alloggi e conservazione dei posti di lavoro sono stati assicurati, dietro pagamento di denaro, dai due connazionali dei denuncianti, che scolgevano un ruolo di intermediazione.
Riscuotevano il denaro e rivestivano una posizione di privilegio all’interno dell’azienda stessa. Verso la fine di aprile, in piena emergenza sanitaria per il Covid-19, gli agenti del Commissariato di polizia di Paola hanno effettuato un servizio di appostamento sul piazzale antistante la sede della società oggetto di sequestro, nel corso del quale i poliziotti hanno avuto modo di rilevare la presenza di tre cittadini extracomunitari che lavoravano senza indossare la prevista mascherina di protezione. Il tutto documentato anche da riprese video.