giovedì,Dicembre 12 2024

«Con Gratteri parlavamo dei Greco di Cariati e di Luberto»

Eugenio Facciolla a Salerno parla dei rapporti «ottimi» con Nicola Gratteri e delle indagini che si conducevano sui Greco di Cariati.

«Con Gratteri parlavamo dei Greco di Cariati e di Luberto»

La terza parte delle dichiarazioni spontanee del magistrato Eugenio Facciolla, oggi in servizio presso il tribunale di Potenza, riguardano direttamente le accuse della procura di Salerno. Facciolla spiega quando comincia l’indagine del maresciallo dei carabinieri forestale, Carmine Greco su Calabria Verde. Il primo filone investigativo riguarda Antonietta Caruso (LEGGI QUI).

«In questo primo troncone, era emerso il coinvolgimento di altri soggetti appartenenti al Corpo Forestale dello Stato, quindi colleghi di Greco, del Capitano Mirabella (Mirabelli, ndr) e del Comandante Roseti, in relazione ai quali lei troverà sin dal 2016, io ho fatto le prime segnalazioni a chi di competenza, perché avevano la responsabilità della polizia giudiziaria nel Distretto, cioè il procuratore generale di Catanzaro e i Superiori gerarchici appartenenti al Corpo Forestale. Preciso per completezza e informazione che il procuratore generale dell’epoca era il dottor Mazzotta, non era il procuratore Lupacchini».

Facciolla quindi illustra le ragioni per le quali questi passaggi sono importanti. «Per quanto riguarda la posizione di questo collega del maresciallo Greco appartenente alla Forestale, erano emerse delle anomalie di comportamento, perché in occasione di perquisizioni che poi andiamo ad eseguire nei confronti della signora Caruso, della dottoressa Caruso, indagato nel procedimento di cui sappiamo, a parte che nell’immediatezza alza il telefono e contatta questa persona, ma nel pomeriggio si reca dal collega del Maresciallo Greco a svolgere una serie di attività che evidentemente noi non captiamo perché non erano sotto intercettazione. Dall’incrocio dei tabulati ricaviamo il tempo, quanto tempo è trascorso che sono rimasti assieme. Questa persona risponde al nome di tale Gorpia, Gaetano Gorpia, che troviamo nell’incartamento che viene allegato dalla procura che riguarda la questione del maresciallo Greco, imputato davanti al tribunale di Crotone per i reati, eccetera, eccetera». 

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Quelle indagini su Calabria Verde

«Nel corso della fase successiva dell’acquisizione che c’è stata, quindi della nuova iscrizione a Notizie di Reato della Caruso, continuiamo a registrare in parallelo una indagine ancora più ampia, ancora più consistente, per quanto riguarda sempre il patrimonio boschivo, Calabria Verde, diparte del mio ufficio, altro Magistrato, non era né la Continisio né il sottoscritto, altro Magistrato capta conversazioni, incontri che avvengono tra Gaetano Gorpia e il Maggiore Lardieri, e sono tutti incontri, telefonate, conversazioni, in cui non c’è traccia negli atti che io ho potuto consultare nel fascicolo, ma se ci sono riscontri, se c’è documentazione in merito, nei prenderemo atto, però non l’abbiamo trovata», aggiunge Facciolla.

Il magistrato, ex procuratore capo di Castrovillari, mette a nudo la situazione che si viene a creare da lì a breve. «Io vengo interrogato su una indagine avviata, portata avanti per tempo da Lardieri e Lardieri era, tra virgolette, come lo vogliamo chiamare, indagabile, inquisirei dal mio ufficio. Ovviamente io poi non ho seguito più l’attività per le note vicende, perché il fascicolo è andato avanti, è continuato con una serie di attività». Tornando alla sua posizione, Facciolla parla «di un interesse specifico a costruire tutto questo procedimento da parte di qualcuno, questo poi si vedrà, ma in questa sede io devo difendermi rispetto ad un materiale acquisito con queste modalità e da queste persone».

L’inchiesta sulla Caruso e gli intrecci con quella di Salerno

La sua vicenda si intreccia quindi con l’inchiesta sulla Caruso. «Non ripeto quello che ho già detto durante gli interrogatori sul conto del Maggiore Lardieri, su quello che è stato il rapporto tutt’altro che cristallino, tutt’altro che perfetto con il mio ufficio e con la mia persona, ma le dirò un particolare in più», rivolgendosi al Giudice, «cioè Lardieri, nel mentre faceva questa attività, oltre ad emergere per i rapporti con Gorpia, con la Caruso, che sono i soggetti dove ci si è sovrapposti alla procura di Catanzaro e dove, lo vedremo da qui a breve, poi nel corso dei mesi il mio ufficio ha dovuto, tra virgolette, rintuzzare le richieste della Difesa di Caruso e di Procopio che allegavano gli atti che emergevano dalla procura di Salerno» e svela di aver trovato, «addirittura è stato depositato, Giudice, io non lo so se c’è o meno questo nei suoi atti, se è pervenuto alla sua attenzione, ma produrrò un documento, un’istanza che la Difesa di Procopio e di Caruso fa alla sua persona per avere accesso agli atti e avere la copia di tutti gli atti».

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«Vengono utilizzati questi atti davanti al Tribunale del Riesame, vengono utilizzati davanti al Gip, cioè per scagionarsi dalle condotte che loro hanno. Insomma, c’è un inquinamento, è questa la verità, c’è un inquinamento, un tentativo di inquinamento in questa indagine, che però non è andato a buon fine». Poi Facciolla richiama una sentenza di proscioglimento nei confronti di Lardieri, originariamente accusato di falsa testimonianza davanti al tribunale di Reggio Calabria. «Nella sentenza che lo proscioglie con la formula dubitativa, diciamo così, il Giudice dà atto della grave e anomala condotta da parte di Lardieri, che, procedendo a perquisizione in occasione della cattura del superlatitante detto il “Supremo”, Condello, omette di redigere gli atti, cioè non è stata fatta non la relazione di servizio, Giudice, non è stato fatto il verbale di perquisizione, questa è la qualità dell’investigatore, e nello specifico noi che cosa abbiamo oggi che scrive e che giunge poi oggi alla sua attenzione? Tutta una serie di conversazioni tra me e Greco. Io sfido ad indicarne, a trovarne una che non abbia contenuto lavorativo alle indagini, alle attività che erano in corso nell’ufficio». 

«Quale reato ha commesso Carmine Greco?»

Difendendo la sua posizione, Eugenio Facciolla ovviamente difende l’operato di Carmine Greco. Così si ritorna a parlare dei reati che avrebbe commesso il maresciallo durante le indagini svolte per la procura di Castrovillari. Si parla sempre dell’inchiesta sulla Caruso. «C’è stato il gip di Castrovillari che ha emesso le misure cautelari, c’è stato il tribunale del Riesame di Catanzaro, che notoriamente è un tribunale che non fa sconti ed è un tribunale particolarmente rigoroso anche nei confronti della procura della Repubblica, Giudice, mi assumo le responsabilità delle mie affermazioni, è rigoroso anche nei confronti della Procura, e allora la Cassazione si è pronunciata su queste indagini».

«Quali sono i reati che ha commesso Greco e che ha accertato Lardieri a marzo del 2018? Quindi andiamo avanti. Conversazioni, messaggi che ritiene di particolare interesse investigativo tra Greco-Tignanelli, Tignanelli-Facciolla, Tignanelli-Tridico… allora Tignanelli, Facciolla, Tridico, Santoro, legati da vincolo amicale, in costante contatto tra loro. Giudice, io che cosa devo dire rispetto a questo materiale investigativo? Lo dice Lardieri, vincolo amicale. Ma per che cosa siamo in contatto? Guardiamolo». 

I contatti tra Facciolla e gli altri

«Il 2 aprile del 2018 Tignanelli mi chiama, era il Lunedì dell’Angelo, per uno scambio di auguri, e commentiamo le vicende di un comune amico, che è il dottore Santoro, che non c’entra nulla, non c’entra nulla in questa cosa, però lei troverà accertamenti svolti da Lardieri autonomamente anche alla Camera di Commercio».

Facciolla si domanda «ma a che titolo si fa tutto questo se non c’è ipotesi di reato e non si ha una competenza in quel momento ad indagare in questa direzione? Chi ha delegato queste attività? Lo diceva prima, ho sentito le dichiarazioni spontanee di Tignanelli, come riscontro a quello che viene costruito sulla base di mere congetture, congetture da parte della Polizia Giudiziaria, si utilizza a riscontro l’articolo che esce sul Blog Iacchitè, adesso è diventato un giornale on line, ultimamente mi pare di aver visto che è anche riconosciuto come giornale a tutti gli effetti».

«Ebbene, Giudice, questo giornale la procura di Salerno l’ha chiuso due volte perché diffamava Magistrati di Cosenza. Quindi come si fa ad utilizzare come riscontro in questa fase? Perché il riscontro a che cosa serve? Serve a dire che effettivamente lo scrive Iacchitè, quindi Facciolla e Tignanelli hanno rapporti e Tignanelli è l’amministratore della Stm, chissà quanto guadagnerà adesso che Facciolla è andato a fare il procuratore a Castrovillari, questa è la sintesi. Quindi si chiude due volte perché diffama i magistrati, ma se parla di Facciolla diventa un riscontro». 

I rapporti Tignanelli-Facciolla

Il magistrato di Cosenza spiega che Tignanelli apparteneva alla Polizia Stradale e «in un certo periodo ha fatto la Squadra Mobile, in altro periodo, prima ancora del mio arrivo, molti anni prima, ha lavorato a Frascineto, Frascineto nel Compartimento Polizia Stradale, che è proprio alle soglie, all’ingresso di Castrovillari, ha competenza su Castrovillari, e questo la dice lunga sul perché, quando la dottoressa Continisio nel verbale riferirà, dice sì, io Tignanelli l’ho conosciuto, l’ho visto tre-quattro volte, lo vedevo in Procura, salutava un po’ tutti perché conosceva tutti».

Quindi, la polizia giudiziaria «valorizza una telefonata del 23 marzo del 2018 in cui mi chiede, hanno un problema per attivare una telecamera per motivi di indagine, il procedimento è l’808/2018, della Polizia Stradale di Cosenza, del Comando al quale appartiene Tignanelli, Giudice, e Lardieri scrive. “Si rappresenta che la zona di Rende rientra nella competenza territoriale della procura della Repubblica di Cosenza”. Giudice, ma questi sono dati non falsi, sono dati atti proprio a mistificare, a dare l’idea nel lettore di attività scorrette, illegali. Ma come, tu che sei un superinvestigatore, sei un Maggiore dell’Arma dei carabinieri, hai lavorato al Ros, non sai che è possibile fare attività di indagini da Castrovillari, da Salerno, fino a Roma, a Milano, in altri territori, e perché non si chiede a che cosa si riferisce questa telefonata? No, si insinua quindi il sospetto che si fa un’attività di competenza della procura di Cosenza».

Facciolla, Gratteri e i Greco di Cariati

Quando siamo a metà delle dichiarazioni spontanee, Eugenio Facciolla rivela altri particolari sui rapporti che aveva con il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri. «C’è una nota stridente, ulteriormente stridente, io con il procuratore di Catanzaro avevo un ottimo rapporto. Quando leggo le intercettazioni che avvenivano e leggo che a marzo del 2018 il Maggiore che oggi dirige la sezione di polizia giudiziaria della procura di Catanzaro scrive quelle cose sul mio conto, Giudice, io non mi capacito di come allora il procuratore di Catanzaro avesse fiducia a tal punto nei miei confronti dal relazionarsi per quelle che erano le indagini sulla famiglia Greco di Cariati, perché erano coinvolti in qualche modo in attività attraverso quel tale Ferdinando Aiello di cui ho parlato e con il collega Ruberto (Luberto, ndr), tutte cose che io ho riferito il 5 dicembre del 2018, Giudice, lo evidenzio questo, non adesso, dopo che a novembre è notorio che la procura ha eseguito perquisizioni e altre attività nei confronti del collega magistrato. Queste cose io le riferii già il 5 dicembre del 2018. E allora perché se uno ha fiducia a tal punto di parlare con me di queste cose che riguardano il suo Aggiunto addirittura, poi in parallelo io trovo che si fa un’indagine di cinque mesi nei miei confronti in questi termini, ma prima o poi lo si chiarirà». (terza parte/continua) 

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