OVERTURE | Cade l’associazione mafiosa contestata a Sganga e altri 5 indagati
Il Riesame esclude l'esistenza di un'associazione mafiosa riconducibile a Gianfranco Sganga. Permane, però, in alcuni casi il metodo mafioso.
C’è un’altra novità sostanziale che arriva direttamente dal tribunale del Riesame di Catanzaro, e riguarda la contestazione dell’associazione mafiosa ai sei indagati coinvolti nell’operazione “Overture“. Il tribunale della Libertà infatti ha escluso la sussistenza del 416bis, contestato a Gianfranco Sganga, Emanuele Apuzzo, Pietro Mazzei, Francesco Grupillo, Ottavio Mignolo e Carmine Lio. Quindi cade il reato più grave, quello dell’associazione mafiosa, ma permane in alcuni casi la contestazione dell’aggravante del metodo mafioso, relativamente alle tentate estorsioni per i lavori di ammodernamento dell’ospedale di Cosenza e dell’illuminazione pubblica dell’Unical di Rende. (LEGGI QUI LA NOTIZIA DI IERI)
Proprio per questo motivo, rimangono in carcere Gianfranco Sganga, Emanuele Apuzzo e Pietro Mazzei, mentre come abbiamo scritto ieri, Francesco Grupillo e Ottavio Mignolo (per il quale cade anche l’aggravante del metodo mafioso) passano agli arresti domiciliari. Naufragano invece le accuse nei confronti di Carmine Lio, rimesso in libertà dal tribunale del Riesame di Catanzaro. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Filippo Cinnante, Giuseppe Malvasi, Andrea Sarro, Franz Caruso, Ernesto Gallo e Paolo Pisani.