Era il quattro marzo quando l’Assise di Palazzo dei Bruzi approvò con la firma di tutta la maggioranza una mozione per porre all’ordine del giorno del successivo Consiglio comunale l’inserimento nello statuto del Comune di Cosenza il riferimento al principio dello “IUS SOLI”. Non solo, nel testo si faceva riferimento all’istituzione della cittadinanza onoraria da conferire ai minori nati in Italia da genitori stranieri regolarmente soggiornanti o nati all’estero ma che abbiano completato almeno un ciclo scolastico o di formazione italiano. Da quel giorno, peró, sembrava calato il silenzio.

Ius Soli a Cosenza, sembrano esserci delle novità

Letta la convocazione per il 12 luglio, la consigliera Chiara Penna, prima firmataria della proposta (gruppo Franz Caruso Sindaco), ha inteso esprimersi a riguardo. «Dopo quattro mesi devo rilevare che ancora la mozione non è stata calendarizzata – spiega -. Ho espresso più volte il mio rammarico al presidente Giuseppe Mazzuca e stamattina mi è stata comunicata la ferma intenzione di programmare la mozione quale punto all’ordine del giorno per il prossimo Consiglio del 26 luglio. La mozione dello “IUS SOLI” era inizialmente stata messa all’ordine del giorno ad aprile, per poi essere rinviata con la scusa che sarebbe servito un Consiglio politico ad hoc. Bene, siamo a luglio e non si è trovato il tempo per affrontare un tema di grande attualità che sta molto a cuore ai vertici nazionali del Pd e del Psi. Eppure si è trovato immediatamente il tempo per convocare un Consiglio sull’Europa a porte aperte il 9 maggio su richiesta del consigliere Mimmo Frammartino».

Bologna “brucia” Cosenza

La consigliera, che è anche presidente della commissione Istruzione e Legalità, fa l’esempio di Bologna, dove il 28 giugno scorso lo Ius Soli è ufficialmente entrato nello statuto di Palazzo d’Accursio. Il tutto al termine di una discussione fiume (dalle 13 alle 20.30), zavorrata dai ripetuti interventi di alcune frange dell’opposizione. «Cosenza aveva l’occasione di essere la prima città in Italia a tramutare in realtà un argomento così dibattuto e di forte emancipazione sociale. Invece – evidenzia ancora Chiara Penna – ad oggi siamo fermi ancora al punto di partenza. Spero, considerata la connotazione di centrosinistra dell’amministrazione, che entro questo mese di luglio si manifesti davvero la volontà di approvare un provvedimento simile».

La stoccata a Fratelli d’Italia

Chiara Penna chiude il suo intervento puntando il dito verso Fratelli d’Italia. «Avevano preannunciato battaglia – dice -. In commissione tutta l’opposizione ha tentato di confondere le acque paventando errori di metodo o l’impossibilità di trattare questi argomenti, bollati come “divisivi”. Ritengono non siano di competenza del consiglio comunale. A Bologna, però, si è dimostrato il contrario. Trovo decisamente retrogrado e privo di spessore politico utilizzare l’espressione “argomento divisivo” riferendosi al riconoscimento di diritti fondamentali della persona (nello specifico di bambini)».

«E’ singolare – chiude – come l’affermazione di un principio così elementare in una società globalizzata e multietnica inneschi nel 2022 un timore tale a livello nazionale nonché tante difficoltà per essere votato quale principio simbolico in un consiglio comunale. L’unico modo per non essere attinti da queste incrostazioni di pensiero è alzare il livello della discussione e andare avanti».