Quando nel 2019 fu scoperto nel Mar Tirreno cosentino un complesso vulcanico inedito
Merito dei ricercatori dell’INGV di Roma che evidenziarono come fosse costituito dai vulcani Diamante, Enotrio e Ovidio e come si sarebbe formato nell’arco degli ultimi 780.000 anni
I ricercatori dell’INGV di Roma scoprirono nel settembre del 2019 un complesso vulcanico sconosciuto in prossimità della costa del Mar Tirreno calabrese in provincia di Cosenza, precisamente nella zona di Diamante. E’ suddiviso in due macro–aree e si sarebbe sviluppato lungo una faglia della crosta terreste. L’eccezionale scoperta è stata dettagliatamente spiegata all’epoca sul portale dell’istituto di Geofisica e Vulcanologia con un lungo articolo corredato dalle foto che illustrano i cambiamenti avvenuti nel corso dei secoli.
«È stato selezionato come research spotlight del mese di settembre della rivista EOS – Earth & Space Science News lo studio “Magmatism Along Lateral Slab Edges: Insights From the Diamante‐Enotrio‐Ovidio Volcanic‐Intrusive Complex (Southern Tyrrhenian Sea)» si legge ancora sul portale.
«La ricerca, recentemente apparsa sulla prestigiosa rivista “Tectonics” dell’AGU (American Geophysical Union), ha permesso di individuare a soli 15 km dalla costa tirrenica calabrese in provincia di Cosenza uno dei più grandi complessi vulcanici sottomarini italiani, sviluppatosi dalla fusione di materiale proveniente dal mantello lungo e, in particolare, da una profonda frattura della crosta terrestre».
«Tale complesso vulcanico (in provincia di Cosenza), costituito dai vulcani Diamante, Enotrio e Ovidio, si sarebbe formato nell’arco degli ultimi 780.000 anni. Il lavoro si basa sull’utilizzo di diverse tecniche geofisiche: batimetria sonar multibeam, sismica a riflessione, anomalie magnetiche e tomografia sismica. L’analisi dei dati ha messo in chiara evidenza la presenza di un’ampia area caratterizzata da numerosi corpi magmatici solidificati a diverse profondità che risalgono fino al fondale marino formando edifici vulcanici».