Cosenza senza gli ultrà della Curva Nord, frattura con Guarascio insanabile
Nel match contro il Benevento non ci sarà il consueto sostegno proveniente dalla Catena. I gruppi organizzati hanno preso la più drastica delle decisioni per dimostrare la propria contrarietà all'operato del patron
Non ci sarà tifo nella Catena. I gruppi portanti “Anni Ottanta” e “Cosenza Curva Nord” hanno comunicato che non saranno al loro posto nel match di domani Cosenza-Benevento. Decisione drastica, la più dura che si possa prendere, ma che testimonia quanto sia colma la misura dal loro punto di vista. La contestazione al presidente Eugenio Guarascio segna un punto di non ritorno, la frattura è ormai insanabile.
«La misura ormai è colma e gli animi della tifoseria sono sempre più esasperati – scrivono in una nota dai toni duri -. Sono anni che questo presidente ha trasformato il Cosenza Calcio in una barzelletta. Il film di gennaio è sempre lo stesso, visto e rivisto: tanti giocatori che rifiutano di venire a giocare al soldo di questa proprietà e trattative solo per calciatori a fine carriera o per scarti di altre realtà, anche meno blasonate di Cosenza».
E poi ancora: «Come se ciò non bastasse, non solo il patron non ha mai chiesto scusa alla tifoseria, ma ha sempre reagito con indifferenza e superbia, arrivando anche a far multare chi ha osato contestarlo o, peggio ancora, a minacciare daspo societari per colpire i tifosi dissidenti».
«Dopo averglielo ribadito in tutti i modi e con ogni tipo di protesta – dicono nel comunicato gli ultrà – comunichiamo che domenica, in occasione del match contro il Benevento, non saremo presenti e lasceremo vuoto il posto che occupiamo abitualmente nella Curva Nord “Massimiliano Catena”». A margine spiegano il motivo e l’obiettivo della loro iniziativa. Ritengono che «il silenzio rumoroso di uno stadio svuotato della nostra presenza» può essere utile per fare capire a Guarascio e ai vertici del club «l’importanza di una tifoseria come la nostra che merita molto di più dello scempio di questa società». «Il Cosenza – si chiude la nota – è la nostra vita e non smetteremo mai di sostenerlo, nelle modalità che riterremo più opportune, ma la nostra pazienza verso questa società è finita. Senza se e senza ma».