PRESSING | Scopre che il figlio si droga dalle analisi del sangue: «Aveva problemi fisici e respiratori»
Dall'inchiesta della Squadra Mobile di Cosenza emerge un'altra storia familiare. Il padre decide di andare a fondo e conosce la verità...
Casali del Manco e il quartiere “Sant’Ippolito” di Cosenza sono state le piazze di spaccio più frequentate dai consumatori delle sostanze stupefacenti coinvolti nell’inchiesta della procura di Cosenza. Sono 20 le persone cautelate mentre per altri l’ufficio di procura, coordinato dal procuratore Mario Spagnuolo, non ha inteso avanzare richiesta di misura cautelare.
L’attività investigativa odierna conferma come lo spaccio sia consentito davvero a tutti. Lo dicevamo nei servizi precedenti e l’inchiesta “Pressing” lo dimostra: a Cosenza (soprattutto) la cocaina scorre a fiumi. E non c’è strada, quartiere o altro, in cui non si venda qualche grammo che nuoce gravemente alla salute di ogni individuo. Al punto che un padre, come raccontato ieri, chiede allo spacciatore di turno di uccidere il figlio perché quest’ultimo è un tossicodipendente senza speranze.
Pressing, scopre che il figlio si droga dalle analisi del sangue
In questa indagine emergono anche altre storie. Come quella di un padre che decide di portare il figlio a fare le analisi del sangue e scopre che vi sono tracce di sostanze stupefacenti. Un colpo al cuore. Il tutto viene riferito agli agenti della Squadra Mobile che annotano quanto segue: «È da diversi mesi che sospetto che mio figlio faccia uso di sostanze stupefacenti».
Siamo nel 2021. L’assuntore, dice il genitore, «ultimamente avvisava evidenti problematiche fisiche e respiratorie. Allarmato da questi sintomi ho provveduto a fargli effettuare delle analisi e all’esito delle stesse ne risultava che mio figlio era positivo alla presenza di droga nel sangue». Doccia gelata per questa famiglia che, non ottenendo spiegazioni plausibili dal figlio, decide di rivolgersi a un amico d’infanzia del figlio, il quale conferma che il ragazzo «saltuariamente fa uso di cocaina».
Nel caso in esame nell’imputazione si evince il nome di Claudio Besiuz, ma la disamina investigativa si allarga anche ad altri soggetti: Stefano Casole e Ippolito De Rose. Il primo sarebbe uno dei riferimenti per la vendita di droga nel comune di Casali del Manco, centro della Presila cosentina, l’altro invece nella contrada di “Sant’Ippolito” a Cosenza, a pochi chilometri dal comune nato negli anni passati.