sabato,Settembre 30 2023

Cosenza, medico denuncia il suo avvocato: «Ha tentato di strangolarmi»

Deriva giudiziaria innescata da una lite per la parcella che il cliente si rifiutava di pagare, il professionista è stato poi processato e assolto

Cosenza, medico denuncia il suo avvocato: «Ha tentato di strangolarmi»

Capita che un avvocato incappi nelle ire di un cliente. Sono i rischi del mestiere. Che si verifichi il contrario, però, è alquanto insolito. Eppure, a gennaio del 2020, un medico di San Vincenzo La Costa lamentava proprio questo: di essere stato preso a pugni dal suo legale di fiducia e di aver subito dallo stesso un tentativo di strangolamento. Addirittura. La vicenda è sfociata poi in un processo che ha visto i due professionisti contrapposti, uno nelle vesti di imputato e l’altro di parte offesa, e si è concluso con l’assoluzione dell’avvocato originario di Cosenza.

A innescare la miccia fra i due è il mancato pagamento di una parcella. Il medico si era rivolto al legale per un contenzioso di natura amministrativa contro la Regione. L’avvocato cinquantenne riesce far riconoscere al dottore in medicina il titolo di medico di base, comunemente detto medico di famiglia, ottenendo per lui anche un risarcimento di cinquantamila euro. La Regione liquida quanto stabilito in sentenza, ma dopo aver incassato il lauto indennizzo, il medico si rifiuta di onorare la parcella dell’avvocato e fa perdere le sue tracce.  

Il legale gli intima di onorare le spettanze a mezzo raccomandata, ma l’altro gli chiede di parlarne di persona. «Vieni al mio studio» gli chiede. «No, vediamoci al bar» risponde il cliente. È il prologo al momento fatidico, quando gli eventi precipitano. All’interno del locale, infatti, il medico contesta la fattura, ribadendo di non voler pagare l’avvocato. Volano urla, prima che il legale decida di abbandonare il campo, allontanandosi in compagnia di un suo collaboratore e di un’altra persona.

Dopo pochissimi giorni il medico lo querela, rappresentando anche la presunta aggressione di cui sarebbe stato vittima. A supporto della denuncia, presenta una registrazione audio piena di rumori ed urla, in cui si sente una sola frase: «Se non mi paghi te ne arriverà uno». In effetti dopo quella discussione al medico gliene arriva davvero uno: un decreto ingiuntivo che lo induce finalmente a conciliare.

Nel frattempo, però, la sua denuncia ha già messo in moto la macchina giudiziaria. Dopo aver svolto indagini sul caso, la Procura di Cosenza chiede e ottiene di processare l’avvocato con l’accusa di lesioni.  Udienza dopo udienza, in aula vengono sentiti i carabinieri che hanno eseguito gli accertamenti del caso e poi diverse persone presenti all’interno del bar nel giorno fatidico. Nessuno di loro conferma il racconto della parte offesa che, peraltro, non produce agli atti alcun referto che certifichi le percosse subite.

Morale della favola: il giudice accoglie le tesi dei difensori dell’imputato, gli avvocati Domenico De Maio e Mario Alberelli, e assolve il professionista finito sotto accusa perché «il fatto non sussiste».