lunedì,Settembre 25 2023

Città unica, discussione in Regione. Palazzo dei Bruzi urla al golpe: «E’ pro Mario Occhiuto»

In commissione il consigliere regionale Lo Schiavo si è opposto alla modifica contenuta nel pacchetto omnibus della legge sulle fusioni e ne ha discusso con Caputo. Da Cosenza i capigruppo del consiglio comunale alzano il livello dello scontro

Città unica, discussione in Regione. Palazzo dei Bruzi urla al golpe: «E’ pro Mario Occhiuto»

«Il dibattito svoltosi questa mattina nella Prima Commissione Consiliare regionale presieduta da Luciana De Francesco ha reso evidente che la barbarie che vorrebbe compiere il Consiglio Regionale con la modifica del comma 3 dell’art. 5 della legge n.15/2006. Prevedere l’esclusione, sia della volontà dei Comuni interessati che dei cittadini, ai processi di fusione». Palazzo dei Bruzi torna ad agitare così lo spettro del golpe istituzionale.

Lo fa menzionando l’ex sindaco di Cosenza. «Ha un solo obiettivo – si legge in una nota a firma dei capigruppo Francesco Alimena (PD), Ivan Commodaro (Franz Caruso Sindaco), Raffaele Fuorivia (PSI), Francesco Gigliotti (De Cicco Sindaco) e Daniela Puzzo (Cosenza Libera) -. Vale a dire riportare alle urne i cittadini di Cosenza, Rende e Castrolibero per rimettere in gioco Mario Occhiuto, oggi senatore semplice tra tanti e, quindi, mortificato nel suo smisurato ego».

Alla Regione botta e risposta Caputo-Lo Schiavo

Parole pesanti che hanno trovato sponda questa mattina nella posizione di Antonio Lo Schiavo, eletto con De Magristris in Regione, ma da qualche mese transitato nel gruppo misto. Durante i lavori in commissione sulla legge omnibus, ha evidenziato che l’articolo 3, sulla fusione dei Comuni, non possieda il carattere di urgenza e che quello afferente all’imprenditoria agricola sia in contrasto con gli articoli del Codice civile. Ha già negato a priori, quindi, la possibilità di una collaborazione fattiva, laddove la maggioranza dovesse insistere nell’esame e approvazione del provvedimento senza previo confronto con le opposizioni.

Il primo firmatario della legge di fusione per la città unica di Cosenza, Rende e Castrolibero Pierluigi Caputo (Forza Azzurri) ha invece sostenuto che l’intervento di modifica si rende necessario proprio per consentire un’ampia partecipazione dei cittadini e dei Comuni, all’insegna della collaborazione e della partecipazione. Ha precisato, altresì, che la discussione odierna rappresentava solo il momento iniziale, al fine di coinvolgere tutto il Consiglio regionale in maniera bipartisan, e l’intento è quello di coinvolgere i cittadini affinché possano esprimersi sulla fusione e possano essere resi partecipi attivamente attraverso il referendum.

Risposte che non hanno convinto Lo Schiavo che vorrebbe un processo di fusione gestito in maniera diversa, ad esempio attraverso un testo di legge che possa disciplinare la fusione dei Comuni a livello regionale. Ha invitato, quindi, a valutare la possibilità di riscrivere una legge organica, agevolando il meccanismo medesimo in maniera corretta e seguendo le giuste procedure, anche a costo di impiegare più tempo. A quel punto la trattazione è stata rinviata con l’apertura dei termini per la presentazione di eventuali emendamenti.

Città unica Cosenza, Rende, Castrolibero: l’allarme di Palazzo dei Bruzi

Da Palazzo dei Bruzi hanno seguito da vicino l’evolversi del botta e risposta. «Altro che Città Unica Cosenza, Rende Castrolibero a beneficio della collettività e dei territori – prosegue la nota dei capigruppo -. C’è un disegno politico in atto che tutto piega alla vanità di un uomo. Tanto che l’ormai ex sindaco Occhiuto non molla la presa su Cosenza, intervenendo anche in maniera deplorevole nel dibattitto cittadino (vedi l’altarino delle vittime della rotatoria di Viale Cosmai), forse pure nel tentativo di far dimenticare i disastri che ha lasciato e che la buona e oculata amministrazione del Comune da parte del sindaco Franz Caruso, da buon padre di famiglia, sta cercando di risistemare eliminando sprechi e sperperi».

«E’ proprio all’ex sindaco oggi premiato con l’elezione a senatore semplice grazie alla prima posizione bloccata nel listino di FI – dicono Alimena, Commodaro, Fuorivia, Puzzo e Gigliotti – che si deve il dissesto di Cosenza, che conta finora oltre 250 milioni di euro e l’ulteriore disavanzo tra il 2020 ed il 2021 di altri 24milioni di euro circa, oltre alla mancata copertura finanziaria di 11 milioni di euro di fondi vincolati. Un primato che ricade oggi sulle spalle dei cittadini di Cosenza attraverso tributi elevati al massimo e servizi ridotti purtroppo al minimo e che il centrodestra vorrebbe, evidentemente, estendere all’intera area urbana».

«Ed, infatti, la modifica alla legge del 2006 per come incardinata tende all’approvazione di una norma di parte, a sfregio dei principi di democrazia, tanto che addirittura si tenta di escludere i Comuni, abolendo la deliberazione consiliare che rappresenta l’unico atto partecipativo vincolante rappresentativo delle scelte del territorio. Un vero e proprio obbrobrio legislativo – concludono -. Bene ha fatto nei giorni scorsi il sindaco Franz Caruso a chiedere l’intervento di ANCI Calabria e dell’ANCI nazionale. Dispiace moltissimo che tutto ciò stia avvenendo con il tacito consenso del fratello di Mario Occhiuto che, però, è Presidente della Regione Calabria e dovrebbe lavorare per risolvere le tante emergenze che l’attanagliano, e non per soddisfare i desiderata del proprio congiunto».

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