mercoledì,Ottobre 9 2024

Far West in autostrada, condannati cinque cosentini

Pene definitive per gli autori dello spettacolare assalto a un portavalori avvenuto nel 2006 al bivio di Lauria, il colpo fruttò un milione di euro

Far West in autostrada, condannati cinque cosentini

Ci sono voluti quasi diciassette anni, ma alla spettacolare rapina commessa il 2 ottobre del 2006 sull’autostrada Sa-Rc, è associata ora una verità giudiziaria. Cinque uomini, infatti, sono stati condannati in via definitiva poiché ritenuti membri del commando che, quel giorno, assaltò un furgone portavalori allo svincolo di Lauria sud, portandosi a casa qualcosa come un milione di euro. Otto anni di carcere sono stati inflitti per queste ragioni a Fiore “Nino” Abbruzzese, Antonio Abruzzese alias “Strusciatappine”, Leonardo Bevilacqua e Gianluca Maestri; sette, invece, quelli incassati da Francesco Cofone. Si tratta di esponenti, conclamati e non, della cosca dei nomadi di Cosenza e Cassano, da sempre ritenuta specializzata in questo tipo di attività criminale.

Quello che li ha riguardati è stato un processo lungo e tormentato che in origine vedeva coinvolte ben quindici persone, fra cui militanti della malavita lucana e pugliese. Dieci di loro sono poi usciti di scena in anticipo, fra abbreviati e proscioglimenti, lasciando a giudizio solo il quintetto di cosentini. All’epoca, il primo processo celebrato a Lagonegro culminò in condanne confermate poi in Appello, a Potenza, e naufragate a Roma in Cassazione a causa della nullità di un atto d’indagine – l’esame del dna – eseguito in modo non impeccabile. Negli anni successivi, dunque, l’inchiesta si è trasferito a Salerno, ma il cambio di tribunale (e di giudici) non ha inciso sul verdetto finale: anche nel replay del secondo grado, infatti, sono arrivate condanne per tutti gli imputati, un’eredità che la Procura antimafia ha portato in dote oggi a Roma.   

Il 2 ottobre del 2006 un blindato con a bordo delle guardie giurate, trasporta un milione di euro in contanti, destinati dalle Poste ai pagamenti delle pensioni nei paesi a sud della Basilicata. Nei pressi di un cavalcavia vicino allo svincolo di Lauria, l’automezzo viene speronato da un camion e poi da altri due veicoli sopraggiunti a chiudere le residue vie di fuga. Quando il portavalori arresta definitivamente la marcia, dalle auto scendono otto persone che cominciano a esplodere numerosi colpi di kalashnikov.

I vigilantes sono immobilizzati e il commando, dopo essersi impossessato del bottino, si dilegua a bordo di una Jaguar e di una Mercedes, non prima di aver dato fuoco ai mezzi utilizzati per eseguire il colpo. Anche le vetture utilizzate per la fuga saranno poi date alle fiamme e abbandonate nei pressi di Laino Borgo. Un lavoro pulito, senza lasciarsi feriti alle spalle.

Poche ore dopo la rapina, però, una fonte confidenziale avverte la Questura cosentina di uno strano festeggiamento in corso in una casa di campagna vicino a Castrovillari. Giunti sul posto, i poliziotti ammanettano alcuni sospettati, ma altri riescono a fuggire attraverso i campi, coprendosi la ritirata a colpi di pistola. Diciassette anni dopo, il cerchio si è chiuso.