Rende aderisce alla manifestazione contro il ddl Calderoli. Sarà disgelo con la Cgil?
In piazza sabato 10 giugno anche Marta Petrusewicz e Lisa Sorrentino. Di recente non sono mancate le frizioni con la Camera del Lavoro, si cambia registro?
Dopo un anno di forti tensioni, esponenti del Comune di Rende e della Cgil provinciale di Cosenza si ritroveranno di fronte in piazza. Anzi, sarebbe il caso di dire fianco a fianco considerato che anche la vicesindaca Marta Petrusewicz e l’assessore Lisa Sorrentino hanno aderito al corteo in programma sabato 10 giugno contro l’Autonomia differenziata.
Le frizioni negli ultimi dieci mesi non sono mancate, ad iniziare dalla “Marcia per la legalità” dopo le operazioni Reset e Mala Arintha a cui prese parte l’allora segretario Umberto Calabrone sfilando per le strade di Rende. Da una parte e dell’altra non sono quindi mancate le punzecchiature, come testimoniano le interviste rilasciate al nostro network di Massimiliano Ianni e Annamaria Artese, fino al punto da congelare completamente i rapporti tra le parti.
Il ddl Calderoli, però, potrebbe fungere perfino da disgelo. Di sicuro chi mai avrebbe immaginato di far fronte comune, si ritroverà dalla stessa parte della barricata. «Un dovere esserci – hanno commentato Petrusewicz e Sorrentino -. Rende, del resto, è tra i primi comuni del sud ad aver aderito alla rete Recovery e A.S.S.I.”
Le due esponenti di giunta hanno quindi espresso le motivazioni che hanno spinto la città ad aderire alla protesta di piazza. «Parteciperemo con convinzione alla manifestazione contro il progetto di legge sull’Autonomia Differenziata, accanto a tanti sindaci provenienti da tutta la provincia. Contro il progetto legge Calderoli, è urgente un’azione collettiva che unisca il movimento dei sindaci all’indignazione della società civile. Anzi, dobbiamo prepararci a una lotta senza quartiere, perché il progetto sull’Autonomia Differenziata è un’epifania dei luoghi chiusi, del sovranismo e dell’egoismo delle regioni ricche».
«Mentre le differenze storiche regionali sono una delle grandi ricchezze del nostro paese – ha aggiunto la vicensidaca – non possiamo permettere che tronfino politiche che spingono alle divisioni e alla competizione tra i luoghi per i diritti fondamentali. Le sorti dei luoghi sono e devono restare comuni, all’interno dell’unità nazionale, e necessitano politiche attente alle carenze e disuguaglianze, portate avanti nello spirito della cooperazione e non della competizione».
«Oltre alle conseguenze economiche – ha detto invece Lisa Sorrentino – è necessario valutare la forte incidenza sui diritti sociali, soprattutto se si considerano questioni delicate e di primaria importanza come la salute e la scuola. L’autonomia differenziata, non solo aumenterà i divari fra la qualità del servizio sanitario offerto fra Nord e Sud, ma farà crescere anche la mobilità sanitaria, i terribili viaggi della speranza e anche per la scuola verranno cristallizzate sempre maggiori differenze. Che aiuto potrà dare tutto questo al futuro delle nostre studentesse e studenti?».
«Un pericoloso progetto che manifesta altresì molte incompatibilità con la Costituzione. Del tutto evidente è difatti la distanza con i suoi principi fondamentali. L’autonomia differenziata rappresenta l’emblema delle disuguaglianze andando di fatto a punire i cittadini e le cittadine dei territori che non sono stati in grado di raggiungere determinati risultati, determinati livelli. Un vero e proprio attacco ai principi di solidarietà e uguaglianza rintracciabili nella visione unitaria di valori condivisi, finalizzata ad evitare le derive autonomiste. Non è un caso – ha concluso l’assessora – che Gianfranco Viesti abbia definito il regionalismo differenziato come «la secessione dei ricchi».