Quando saremo in Curva Est | Catanzaro-Cosenza ’84-’85: FOTOGALLERY
Prima delle otto puntate in cui racconteremo come i tifosi del rossoblù hanno vissuto negli anni la vigilia del derby di Calabria. Si inizia con il 18 novembre 1984
Era un altro calcio, diciamolo subito. Anzi, forse anche un’altra epoca. Soprattutto a livello culturale e modaiolo la prima metà degli anni ’80 si sviluppò in un contesto difficile dove in molti misero in discussione le conquiste del decennio precedente. Il 18 novembre del 1984, però, è una data rimasta indelebile più a Catanzaro che a Cosenza, perché per i giallorossi fu quello il “derby dei derby” come per i Lupi lo sarà poi quello del 2016.
La partita arrivò a qualche mese di distanza da un concerto dei Sound, momento preciso in cui la rivalità tra le due città ebbe la luce (qui ne parliamo approfonditamente). Durante e dopo l’esibizione scoppiò per futili motivi una megarissa tra cosentini e catanzaresi che se le promisero per i tempi a venire. Entrambi, purtroppo, mantennero la parola.
All’ombra della Sila fu una settimana di autentica passione quella che portò alla sfida del Militare. Era il Cosenza in cui sbocciò definitivamente Gigi Marulla e in cui Montefusco poteva contare ancora su Aita, Mirabelli e Tivelli. Fu caccia al biglietto fin da lunedì e gli ultrà organizzarono un’interminabile carovana: 15 pullman che uniti a quelli organizzati dagli altri club salirono ad una trentina. Soltanto al fischio d’inizio, però, si ebbe realmente contezza dell’esodo: 4000 fan dei Lupi assiepati l’uno di fianco all’altro. Bello il colpo d‘occhio: da una parte campeggiavano i colori rossoblù, dall’altra quelli giallorossi.
Prima dell’inizio della partita, però, ci furono i primi tafferugli e provennero proprio dall’interno del campo dove era presente anche il Sindaco di Cosenza Pino Gentile. Alcuni tifosi giallorossi si divertirono lanciando sassi nel mucchio rossoblù, mentre i cosentini replicano con quello che riuscirono a trovare nel settore ospiti. Gli animi si infiammarono anche per alcuni striscioni e scritte offensive piazzati in Curva ovest, in campo e in Curva est senza che le forze deil‘ordine (non più di quindici agenti) decidessero di rimuoverli.
Sul rettangolo verde non ci fu partita: terminò 4-1 con le reti di Mauro e Surro (tripletta) per le Aquile e di Del Rosso per i Lupi. Sul 3-1 Marulla sbagliò il rigore che poteva riaprire la contesa per quella, forse, che rimane una delle poche pecche della sua carriera. Al termine della gara i tafferugli più pericolosi, di cui parlano le cronache dell’epoca con violenti scontri e sassaiole tra le due tifoserie.