lunedì,Aprile 29 2024

Non procacciò voti in cambio di un posto in Regione, archiviata la posizione del sindaco di Acri Pino Capalbo | VIDEO

Insussistente l'ipotesi accusatoria nei confronti del politico cosentino che era indagato in concorso con l'ex consigliere regionale Giuseppe Aieta

Featured Video Play Icon

«Ho sempre confidato nella giustizia e nella magistratura inquirente». Con queste parole il sindaco di Acri Pino Capalbo chiude la vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto negli ultimi quattro anni.
In sostanza, il primo cittadino era accusato di aver procacciato voti in favore di Giuseppe Aieta, in cambio dell’assunzione nella struttura speciale dell’allora consigliere regionale. All’epoca dei fatti per i magistrati la corruzione si consumò in quanto l’atto firmato da Aieta sarebbe stato contrario ai doveri d’ufficio visto che l’assunzione di Capalbo «era esclusivamente strumentale a soddisfare le esigenze personali ed elettorali».

Leggi anche ⬇️

La vicenda giudiziaria in questione fu aperta nel 2020 dalla Procura della Repubblica di Paola ed è finita, per competenza, in quella di Cosenza. A scrivere la parola fine alla vicenda giudiziaria del sindaco di Acri è stata la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero Giuseppe Cozzolino.

Nel pomeriggio di ieri, Pino Capalbo, con al fianco l’avvocato Mattia Caruso, figlio del sindaco di Cosenza, che ha seguito le fasi processuali del sindaco di Acri, ha incontrato la stampa all’interno della sede municipale. È stata dunque l’occasione per esprimere la sua soddisfazione per l’epilogo della vicenda: «La verità è giunta dopo quattro anni e in questo momento il mio pensiero va alle persone che mi sono state vicine – afferma Capalbo -. Un grazie va ai miei familiari che hanno sofferto con me in silenzio per una vicenda comunque dolorosa e che personalmente mi ha segnato tantissimo».

Il primo cittadino di Acri poi ringrazia «anche il segretario comunale Cosimo Straface» che all’epoca dei fatti ha «dissuaso» Capalbo dalla volontà di presentare le proprie dimissioni dalla carica di sindaco: «Mi ha convinto a rimanere perché il commissariamento sarebbe stato deleterio per la città in base alla situazione delle casse comunali». Il sindaco di Acri ha voluto anche rivolgere un pensiero a Giuseppe Aieta «per cui parla una storia fatta di opposizione ferma coraggiosa alla ‘ndrangheta».

Capalbo ha voluto togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa, soprattutto in riferimento alla campagna elettorale del 2022: «I miei avversari politici non hanno fatto una campagna elettorale propositiva ma tesa solo ad alimentare la gogna mediatica finalizzata a demolire non solo il politico ma anche l’uomo». Ed ancora: «Vi sono state delle anime nere, soprattutto nella coalizione che supportava il candidato a sindaco Natale Zanfini, al quale rimprovero, così come ho fatto nel 2022, la mancanza di autorevolezza in occasione nel corso della campagna elettorale».

Articoli correlati