domenica,Maggio 19 2024

Cosenza, grosso guaio al Planetario. Furti all’interno e atti vandalici alla struttura

Al momento non è possibile quantificare i danni, ma «non sarebbero di poco conto» secondo la minoranza che ha organizzato una conferenza stampa per denunciare l'accaduto

Cosenza, grosso guaio al Planetario. Furti all’interno e atti vandalici alla struttura

Un simbolo della città di Cosenza violentato dall’incuria, dall’abbandono e nelle ultime settimane anche da ladri e teppisti. Il Planetario intitolato a “Giovan Battista Amico”, astronomo cosentino del 1500 e pioniere della disciplina, ha subito atti vandalici e una serie di furti che ora toccherà all’amministrazione comunale quantificare. Sono stati due gli accessi violati della struttura inaugurata dall’allora sindaco Mario Occhiuto il 6 aprile 2019 con una cerimonia in pieno stile Hollywood, con musica, passerella sull’adiacente ponte di San Francesco e fuochi d’artificio. 

A denunciare l’accaduto in commissione Bilancio a Palazzo dei Bruzi è stato il consigliere di minoranza Antonio Cito che ha lasciato il resto dei membri a bocca aperta nel sollevare la questione. I colleghi di opposizione per lunedì mattina hanno organizzato una conferenza stampa dove probabilmente punteranno il dito contro l’amministrazione comunale. «In passato erano state montate delle telecamere e degli allarmi – fanno sapere nei corridoi del Municipio -. Non sappiamo da quanto tempo non siano in funzione, di sicuro c’è che nessuno ha mai pensato di riattivarli».

Per ciò che concerne gli atti vandalici, si parla di un paio di graffiti sui muri e di alcune bottiglie di birra rotte e abbandonate all’interno del Planetario. I furti, invece, avrebbero riguardato dei cavi elettrici e qualcosa di tecnologico. Al momento non è possibile quantificare i danni, ma «non sarebbero di poco conto» secondo la minoranza. Toccherà all’avvocatura del Comune di Cosenza avviare la procedura, ma l’irruzione effettuata da ladri e balordi ha prodotto le opportune valutazioni del caso, come il ripristino ad esempio del servizio di guardiania.

L’efficientamento energetico che non c’è

Più di una volta il nostro network ha nel recente passato denunciato il totale abbandono del Planetario, trovando sempre le stesse risposte da parte del Comune: «Costa troppo accenderlo, nessuno lo prenderà in gestione se le cose restano così». Ma non è solo questione di pannelli, è questione anche di completamento e ristrutturazione. Insomma, l’inaugurazione del 2019, infarcita di primati e technobabble (spiegazioni ultrascientifiche e molto meticolose) sembra un’altra Era. 

Mara Carfagna disse che il Planetario di Cosenza era secondo soltanto a quello di Milano grazie al proiettore ottico Starmaster ZMP della Zeiss capace di proiettare sulla volta celeste perfettamente riprodotta, fino a 4000 immagini di pianeti, stelle, nebulose, satelliti, costellazioni. Costò 7,5 milioni per realizzare l’idea partorita da Franco Piperno e Giacomo Mancini ad inizio anni duemila. Constava di 113 poltrone roteanti sulle quali si accomodarono studiosi, appassionati, semplici cittadini per una serie di convegni, congressi e lectio magistralis fino allo scoppio della pandemia quando tutto fu interrotto.

Venuti a capo del Covid 19 le attività proseguirono a singhiozzo fino a che i cancelli non restarono sbarrati. Questo perché l’aggiudicatario di un bando pubblicato da Palazzo dei Bruzi si tirò indietro dopo aver confrontato i costi di gestione pre e post-Covid. Senza efficientamento energetico e una ristrutturazione, ogni gara del resto andrebbe deserta. Intanto la ruggine l’ha fatta da padrone, con il Planetario inghiottito… da un buco nero.

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