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È pacifico orma che nel processo antimafia che riguarda l’omicidio di Francesco Marincolo ci siano incongruenze nel narrato dei pentiti Adolfo Foggetti e Daniele Lamanna. Al punto che oggi la procura generale di Catanzaro ha chiesto la rinnovazione dibattimentale. I due collaboratori di giustizia, con l’avallo della Corte d’Assise d’Appello, saranno sentiti sia dalla procura generale che dalle difese.
Erano stati proprio i difensori a rilevare questa contraddittorietà nelle dichiarazioni dei due pentiti di ‘ndrangheta, ex appartenenti al clan “Rango-zingari” che prima del decesso di Michele Bruni era denominato per l’appunto “Bruni-zingari“. Le due posizioni che sono tornate in discussione sono quelle di Giovanni Abruzzese, alias il “Cinese“, e Mario Attanasio.
Omicidio Marincolo, cos’è successo fino ad oggi
La prima sezione penale della Cassazione nel mese di ottobre del 2023 aveva annullato con rinvio le due condanne dei due imputati ritenuti dalla Dda di Catanzaro partecipi dell’omicidio di Francesco Marincolo e del tentato omicidio di Adriano Moretti, avvenuti a Cosenza il 28 luglio del 2004. I difensori di Abruzzese (assistito dai penalisti Giorgia Greco e Antonio Quintieri) e Attanasio (rappresentato dagli avvocati Luca Acciardi e Giuseppe Bruno), hanno evidenziato alla Suprema Corte che Foggetti e Lamanna avevano fornito due versioni sull’omicidio di Francesco Marincolo.
Secondo la pubblica accusa, l’omicidio di Francesco Marincolo – considerato all’epoca vicino al clan Lanzino – sarebbe maturato in un contesto di contrapposizione mafiosa insorta tra la cosca Lanzino e il gruppo Bruni-Zingari. La decisione di eliminare Marincolo sarebbe stata presa da Michele Bruni, successivamente deceduto, con il concorso – a vario titolo – degli attuali ricorrenti, nonché di Carlo Lamanna. La partita processuale dunque ricomincia in appello dove non si potrà non tener conto dei dettami indicati dalla Cassazione.