Lockdown, spaccio di droga a Cosenza: patteggiamenti e condanne | NOMI
Dieci imputati sono stati ritenuti colpevoli da parte del gup del tribunale su richiesta della procura. L'indagine ha fatto luce sul giro di pusher e armi nel periodo del Covid-19
Patteggiamenti e condanne nel processo abbreviato di Lockdown, l’indagine della procura di Cosenza sulla rete dello spaccio di droga nel capoluogo bruzio e dintorni.
In primo grado, il gup del tribunale di Cosenza ha condiviso una serie di patteggiamenti e ha condannato dieci imputati che avevano scelto di farsi giudicare con un rito alternativo. Le posizioni di alcune di essi sono state comunque ridimensionato in quanto una parte dei capi d’accusa sono caduti.
Lockdown, le trame investigative
Le indagini coordinate dal pm Giuseppe Cozzolino, hanno evidenziato la disponibilità di ingenti quantitativi di cocaina, eroina, marijuana e hashish, gestiti da una rete strutturata di soggetti, tra cui anche alcuni cittadini stranieri stabilmente presenti sul territorio. Tutto ciò sarebbe avvenuto nel periodo del Covid-19.
Il bilancio investigativo è imponente: oltre 400 episodi di cessione di sostanze stupefacenti documentati e circa 300 consumatori ascoltati dagli inquirenti, i cui racconti hanno contribuito a rafforzare il quadro accusatorio. Tra i casi più emblematici, quello di una donna finita agli arresti domiciliari per aver rifornito il figlio di droga, nonostante questi fosse sottoposto a misura cautelare per una diversa vicenda giudiziaria.
L’inchiesta ha messo in luce anche episodi di intimidazione verso clienti insolventi, con l’utilizzo e la minaccia di armi da fuoco. Alcuni degli indagati avrebbero infatti fatto leva su questa disponibilità per costringere i consumatori a saldare i propri debiti.
Lockdown, non solo droga a Cosenza
Non solo traffico di droga: le indagini hanno accertato anche due tentativi di omicidio avvenuti in luoghi pubblici, riconducibili a dissidi personali maturati nel contesto criminale. In entrambi i casi, le aggressioni sarebbero state perpetrate con coltelli e armi improvvisate, confermando un contesto caratterizzato da un clima di forte violenza.
Processo Lockdown, patteggiamenti e condanne
Hanno patteggiato la pena i seguenti imputati:
- Luca Brogno (difeso dall’avvocato Marco Caraffa)
- Nabil Saidani (difeso dall’avvocato Antonio Bove)
- Mariella Tenuta (difesa dall’avvocato Raffaele Rigoli)
- Sandra Benemerito (difeso dall’avvocato Sergio Sangiovanni)
- Domenico Chianello (difeso dall’avvocato Angela Caputo)
- Giuseppe Chianello (difeso dall’avvocato Angela Caputo)
- Armido Biagini (difeso dall’avocato Nicola De Lorenzo)
- Mattia Oliva (difeso dall’avvocato Angelo Pugliese)
- Gianni Lattari (difeso dall’avvocato Giuseppe Malvasi)
- Antonio Bevilacqua (difeso dall’avvocato Giuseppe Malvasi)
Gli imputati condannati sono:
- Luca Ritacco 4 anni e 2 mesi (difeso dall’avvocato Antonio Spataro)
- Luca Retek 3 anni (difeso dall’avvocato Antonio Spataro)
- Idolo Iuele 5 anni e 4 mesi (difeso dall’avvocato Francesco Vetere)
- Francesco Bevilacqua 3 anni e 4 mesi (difeso dagli avvocati Giuseppe Malvasi e Cesare Badolato)
- Fedele Pacia 5 anni e 8 mesi (difeso dall’avvocato Natasha Gardi)
- Gino Le Fosse 2 anni e 4 mesi (difeso dall’avvocato Antonio Granieri)
- Giovanni Bartucci un anno e 8 mesi (difeso dall’avvocato Francesco Chiaia e Natalia Mazzuca)
- Alessandro Morrone 5 anni (difeso dall’avvocato Giuseppe De Marco)
- Hicham Benkdiba 6 anni e 6 mesi (difeso dall’avvocato Vittoria Bossio)
- Toni Berisa 3 anni e 4 mesi (difeso dall’avvocato Evis Sema)
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