A Cosenza c’è un prima e un dopo il 20 dicembre 2024. Una data che magari è passata in sordina 365 giorni dopo, ma che rappresenta l’inizio della fine, il punto di non ritorno, il ground zero dell’atomica che travolse il calcio nella città dei bruzi. La serata in cui Eugenio Guarascio decise, incredibilmente, di mettere i biglietti di curva per la partita più attesa dell’anno a trenta euro. L’inizio della più dura contestazione al proprietario del sodalizio. Una contestazione che dura ancora oggi.

C’è da dire, a onor del vero, che il tifo organizzato già da tempo non aveva in amore Eugenio Guarascio e anche con delle ragioni difficili da controbattere: a chi diceva che quando è arrivato lui «non c’erano neanche i palloni», bastava riproporre le rose composte all’ultimo secondo in tutti gli anni di Serie B, alla ricerca dell’offerta last minute, e un comportamento sempre diffidente nei confronti della tifoseria; a chi affermava che «almeno stiamo giocando la Serie B», bastava ricordare che il Cosenza Calcio era già retrocesso nel 2021 e soltanto il fallimento del Chievo riuscì a salvarlo. I cori di disapprovazione verso la dirigenza, dal 2019/’20 a oggi (ma anche negli anni di Serie C), non sono stati pochi.

La mano tesa (non di Guarascio) e la deflagrazione del rapporto

C’è però sempre stato un tentativo, sempre da parte del tifo organizzato, di tendere una mano: in molti ricordano il dialogo al termine del playout vinto contro il Vicenza nel 2022. Risultato? Pochi mesi dopo, via sia Goretti sia Bisoli e dentro Gemmi e Dionigi, esonerato il 31 ottobre, con Viali al suo posto che centrò l’ennesima salvezza da infarto agli spareggi contro il Brescia. Dopo quello che è accaduto un anno fa, però, più nulla. 

Il 20 dicembre 2024 un comunicato fece andare l’aperitivo (o la cena) di traverso a tanti cosentini: Curva Sud e Curva Nord, per il derby contro il Catanzaro, avrebbero subito un aumento a 30 euro dai 15 originari. Uno sfregio alla passione di chi, nel corso degli anni precedenti, aveva fatto sacrifici surreali pur di essere sugli spalti nella gara più attesa dell’anno. Subito partì la rabbia di tutto il popolo rossoblù, divampata in modo talmente feroce che la società fu costretta a chiudere i commenti sui social. Una pratica che, a dispetto delle promesse fatte dal dg Gualtieri, ancora oggi rimane ben salda dalle parti di via Conforti. 

Nella notte Guarascio tornò indietro, dopo appena tre ore, riportando i biglietti a 19 euro, ma ormai la frittata era fatta. Complici anche i risultati negativi e il meno quattro di penalizzazione, la valanga ha iniziato a rotolare senza mai fermarsi ed è arrivata fino a oggi, quando il “Marulla” è ancora privo dei suoi più accesi tifosi. Se si cerca un colpevole, forse basta guardare indietro. Ripercorrere la storia è esercizio complesso, ma anche utile. Perché al limite la risposta si trova nel rivedere chi ha rifiutato tutte le mani che gli sono state tese, trincerandosi nell’incomprensibile comprensione di essere il miglior presidente possibile.