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Al minuto 89 e 31 secondi del match fra Cosenza Calcio e Pisa, Eugenio Guarascio ha abbandonato lo stadio. Prima del triplice fischio. Un gesto che ci si aspetta da un innamorato deluso, non dal presidente più contestato della storia. Sabato pomeriggio è avvenuta l’ennesima figuraccia del campionato rossoblù. Sotto 0-3 dopo 42 minuti di gioco e in nove uomini, la squadra si è palesemente affidata alla bontà d’animo dei toscani che non hanno infierito.
E quindi il Cosenza Calcio è ultimo e chiude questa giornata a meno sette dai playout e con un nuovo (vecchio) allenatore. Guarascio ha infatti deciso di richiamare Massimiliano Alvini (e dunque sollevare Nicola Belmonte, che si trova senza panchina all’improvviso. Un tecnico che stava facendo benissimo in Primavera bruciato dall’ennesima scelta del patron). Cosa possa fare in queste ultime sette giornate il tecnico di Fucecchio, è un mistero. Anche perché sette punti in sette partite, per quanto ci siano diversi scontri diretti, sembrano impossibili.
Cosenza Calcio, se i tifosi non lasciano lo stadio (ma il proprietario sì)
Fra le tante cose di un day after parecchio sui generis, anche il comunicato del Cosenza Calcio che stigmatizzava il «clima di “guerriglia”» che si era creato allo stadio. I tifosi della Curva Nord, però, sono rimasti fino a ben oltre il triplice fischio finale. Hanno applaudito il Pisa, uscito meritatamente vincitore dal “Marulla”, e hanno fischiato Guarascio. A ben vedere, chi ha lasciato lo stadio non sono loro.
È ovvio che però a prendersi la scena sia stato il ritorno di Massimiliano Alvini. Non per l’allenatore di Fucecchio in sé, obbligato dal contratto a riprendere in mano questa squadra, ma per la scelta. Una scelta senza alcun senso logico. Si pensava sinceramente che si sarebbe arrivati al termine della stagione con il duo Tortelli-Belmonte. Ma cosa può salvare Massimiliano Alvini di questo Cosenza Calcio? Cosa può riuscire a fare? Come, fra l’altro, si può pensare di recuperare 7 punti su 21 disponibili per andare a giocarsi gli spareggi salvezza? Forse neanche Guardiola ci riuscirebbe. La verità è che questa coda di stagione, più che un rush finale, per i tifosi rossoblù sarà un funerale lungo sette partite.