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Per vicende usuraie nessuna aggressione, per debiti di droga e richieste estorsive calci, schiaffi e pugni contro le vittime. Il modus operandi di Roberto Porcaro, ex “reggente” del clan degli italiani, era noto a tutti, soprattutto alle vittime che tuttavia non sempre hanno avuto il coraggio di denunciare le sue malefatte.
Tra le vicende riferite alla Dda di Catanzaro c’è anche quella che riguarda Mario Sirangelo, Valentino De Francesco e Filippo Morrone. Il pentito ammette che si è trattata di un’estorsione ma al tempo stesso fa alcune precisazioni. «Non ho mai avuto rapporti diretti o contatti con Filippo Morrone, soggetto che non conosco personalmente e che non ho mai incontrato. Ricordo soltanto che Filippo Morrone aveva una società con Mario Sirangelo e con Valentino De Francesco. In particolare, ricordo che Mazzei non riusciva a recuperare un credito che aveva maturato nei confronti di Sirangelo e di De Francesco» dice Porcaro ai magistrati della Dda di Catanzaro.
«In particolare ricordo che Mazzei (Andrea, ndr) non riusciva a recuperare un credito che aveva maturato nei confronti di Sirangelo e De Francesco. Tale credito ammontava per quanto mi ricordi a circa 10mila euro. Per questa ragione – spiega il collaboratore di giustizia – si rivolse a me chiedendomi di aiutarlo a recuperare tale somma. Io intervenni e avvicinai prima De Francesco e poi Sirangelo. In particolare Valentino De Francesco lo incontrai a Cosenza nei pressi di via Padre Giglio e, gli intimai di restituire il danaro che doveva a Mazzei. A fronte del suo rifiuto lo aggredii fisicamente» evidenzia Porcaro.
«In un secondo momento incontrai invece Mario Sirangelo presso la mia abitazione e anche a lui intimai di restituire il danaro che doveva ad Andrea Mazzei. Sirangelo a sua volta si rifiutò e quindi io per convincerlo lo picchiai. Per effetto del mio intervento, effettivamente, Mario Sirangelo e Valentino De Francesco restituirono la somma di cui erano debitori ad Andrea Mazzei». E infine: «Non sono a conoscenza della successiva compravendita dell’immobile e della modalità con cui la stessa sia avvenuta. Ero a conoscenza del fatto che Mario Sirangelo era proprietario di un immobile che aveva intenzione di vendere, ma non ha preso parte alle trattative condotte direttamente con Mazzei. Per quanto è di mia conoscenza si tratta di una vicenda successiva e scollegata dal mio intervento» conclude Roberto Porcaro.