Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
L’album fotografico della ‘ndrangheta cosentina è uno dei passaggi chiave per ogni collaboratore di giustizia che, oltre a raccontare fatti-reato, deve essere anche in grado di riconoscere visivamente colui il quale accusa. Una prassi che avviene nella maggior parte degli interrogatori diretti dai pubblici ministeri con l’ausilio della polizia giudiziaria. Anche al pentito Ivan Barone è stato sottoposto in visione l’album fotografico.
‘Ndrangheta a Cosenza, Barone parla di “strusciatappine”
«Alla foto numero 1 riconosco Antonio Abruzzese detto strusciatappine. Lo conosco sin dal 2003/2004 come spacciatore di eroina. Si tratta di un soggetto affiliato alla ‘ndrangheta che attualmente ancora opera all’interno dell’associazione con un autonomo gruppo composto, tra gli altri, dai fratelli Rocco e Ninuzzo Abbruzzese. Essi si occupano sia di droga che di estorsioni nonché dei cosiddetti “cavalli di ritorno“. Antonio Abruzzese detto strusciatappine, così come i suoi fratelli hanno doti di ‘ndrangheta e ne sono a conoscenza per averne parlato direttamente con i fratelli “Banana” Luigi e Marco e il cognato Antonio”. Quali “doti” avrebbero però il pentito non lo dice. “Voglio specificare che i “Banana” e il gruppo di strusciatappine erano sostanzialmente uniti soprattutto nell’attività di spaccio, salvo poi separarsi dal momento in cui Marco Abbruzzese ha sparato a Rocco Abbruzzese detto il pancione».
“Strusciatappine“, condannato all’ergastolo in appello per la strage di via Popilia, in passato era finito nel mirino del clan “Rango-zingari”, il quale, dopo il 2010, voleva ucciderlo. Storia che si sarebbe ripetuta anche negli anni passati quando il delitto avrebbe dovuto commetterlo Francesco Noblea.