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Ivan Barone collabora con la giustizia da settembre del 2022. Aveva deciso di “saltare il fosso” all’indomani dell’ordinanza di custodia cautelare contro la ‘ndrangheta cosentina. Era uno dei protagonisti della presunta associazione mafiosa “Abbruzzese Banana“, accusata anche di narcotraffico.
Dalle intercettazioni emergono rapporti stretti e confidenziali con più co-indagati. Parliamo di Marco Abbruzzese, Antonio Marotta e Gianluca Maestri. Tra l’altro fu proprio Barone a commentare insieme ad Abbruzzese la notizia di un nuovo collaboratore di giustizia, che la nostra testata ha riportato in un altro servizio.
Il profilo del nuovo pentito Ivan Barone
Prima del blitz antimafia dell’1 settembre 2022, Ivan Barone aveva ottenuto l’assoluzione in un processo antimafia dov’era imputato insieme ad Antonio Marotta, alias “Capiceddra“. I due, secondo la Dda di Catanzaro, si erano recati dal titolare di una nota pizzeria di Cosenza a chiedere il “pizzo“. In primo grado Barone era stato condannato a 8 anni di carcere, mentre in appello la difesa aveva completamente ribaltato l’assunto accusatorio. L’avvocato Cristiano aveva dimostrato che Ivan Barone non aveva mai avanzato richieste estorsive al ristoratore. In quella circostanza infatti la vittima parlò con Marotta. E il nuovo pentito non era presente. Lo era invece in altre due circostanze quando i presunti affiliati al clan degli “zingari” avevano incontrato i dipendenti della pizzeria, chiedendo se vi fosse il proprietario. Decisivo in Corte d’Appello, ai fini dell’assoluzione, un video acquisito agli atti su richiesta dell’avvocato difensore.
Dalla ricettazione all’omicidio Taranto
Nel 2011 Ivan Barone era stato indagato e poi condannato a 2 anni di reclusione per ricettazione insieme ad altri soggetti, tra cui un consigliere comunale. Nel 2015 invece la procura di Cosenza lo aveva inizialmente iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio di Antonio Taranto. L’accusa di favoreggiamento e false dichiarazioni alla polizia giudiziaria non resse durante la fase delle indagini preliminari. La sua posizione infatti fu archiviata a seguito di un lungo interrogatorio reso davanti ai pubblici ministeri Antonio Tridico e Donatella Donato. Ogni procura, com’è noto, per accettare un pentito, al fine di inserirlo nel programma di protezione, pretende che lo stesso racconti un fatto di sangue. Barone quella notte era al secondo Lotto di via Popilia.