Nuova udienza del processo “Testa di Serpente” in corso di svolgimento dinnanzi al tribunale collegiale di Cosenza. Nella seduta processuale del 27 ottobre 2022, la Dda di Catanzaro ha sentito la vittima di un tentato omicidio, avvenuto, nell’anno 2011, nel centro storico di Cosenza, di fronte la Cattedrale. Si tratta di un uomo che all’epoca lavorava, come fa tutt’ora, nelle cooperative. Il testimone ha dichiarato di aver visto arrivare una motocicletta con a bordo due persone, una delle quali «è scesa e ha puntato contro di me la pistola, esplodendo alcuni colpi d’arma da fuoco in direzione del femore». E ha aggiunto: «Non capivo il motivo di ciò, visto che non avevo fatto del male a nessuno».

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Il pubblico ministero Corrado Cubellotti, in seguito, ha domandato al teste se conosceva Marco e Luigi Abbruzzese, ritenuti dall’ufficio di procura di Catanzaro, quali esponenti di vertice della cosca “Banana” di via Popilia. «Per sentito dire so chi sono ma nulla più» ha risposto l’uomo, noto alle forze dell’ordine per i reati di rapina, spaccio e furto. Per la procura, tenuto conto delle dichiarazioni rese anche da Celestino Abbruzzese, l’uomo sarebbe finito nel mirino di Marco Abbruzzese, a causa di un debito di droga.

Processo Testa di Serpente, la posizione di Giovanni Drago

La seconda parte dell’udienza, presieduta dal presidente Carmen Ciarcia (giudici a latere Stefania Antico e Iole Vigna), è stata caratterizzata dall’escussione di altri quattro testimoni, citati dalle difese. I primi due testi riguardavano la posizione di Giovanni Drago. In aula erano presenti la compagna e la mamma. Entrambe, rispondendo alle domande degli avvocati difensori Filippo Cinnante e Gaetano Maria Bernaudo, hanno spiegato al tribunale che Giovanni Drago circa sei anni fa aveva acquistato un appartamento a Castrolibero dallo zio, fratello della madre, grazie a un aiuto economico fornito sia della signora che del suocero. I difensori, sul punto, si sono riservati di produrre una nuova documentazione che attesti le modalità di pagamento d’acquisto della casa.

Processo Testa di Serpente, Adamo Attento accusato «per vendetta» da Celestino Abbruzzese e Anna Palmieri

Poi è stata la volta della suocera e del cugino acquisito di Adamo Attento, la cui vicenda giudiziaria è stata chiarita nelle precedenti udienze, con le confessioni inedite dei fratelli Marco, Luigi e Nicola Abbruzzese, i quali hanno ammesso di aver aggredito il testimone di giustizia, Antonio Tenuta, chiarendo inoltre che Attento non c’entrava nulla con i fatti oggetto di contestazione.

La signora, madre della compagna, ha spiegato che Adamo Attento è stato accusato «per vendetta» dai collaboratori di giustizia Celestino Abbruzzese e Anna Palmieri, quest’ultima nipote diretta della testimone, in quanto figlia della sorella. «Questa circostanza mi è stata riferita dalla mamma di Anna mentre eravamo a casa mia, avendo saputo evidentemente che Mino (Adamo, ndr) si era allontanato dalla gestione dei figli di Celestino e Anna, che durante la collaborazione erano rimasti a Cosenza, anche con la mamma di lei». Allontanamento per paura? «Celestino e Anna avevano fatto arrestare mezza Cosenza, e nessuno se la sentiva di portare in giro i loro figli. Che ne so io che mentre erano in macchina con me o con Mino, qualcuno mi obbligava a fermare l’auto, rapendo i bambini?» ha detto la testimone nel corso dell’istruttoria dibattimentale.

L’altra testimonianza è stata preceduta da una dichiarazione spontanea di Luigi Abbruzzese. «Signor presidente, vorrei precisare che il figlio di Celestino Abbruzzese, mi riferisco a Fioravante Abbruzzese, vive con mia mamma».

Processo Testa di Serpente, cosa succede ora

Il cugino acquisito di Adamo Attento, difeso dall’avvocato Fiorella Bozzarello, ha raccontato (sollecitato del difensore) le volte in cui l’imputato, mentre si trovava in palestra ad allenarsi, riceveva in continuazione telefonate da parte di “Tonino“, ovvero da Antonio Tenuta. «A Mino avevo anche chiesto, visto che era mia intenzione di andare via dalla palestra, dove facevo l’istruttore, se Tonino fosse in grado di trovarmi un altro lavoro. Poi ho saputo da Mino che gli aveva prestato anche dei soldi perché navigava in cattive acque con l’azienda».

Il testimone è anche tornato sulla collaborazione con la giustizia di Celestino Abbruzzese e Anna Palmieri. «Ero presente quando la mamma di Anna Palmieri aveva avvertito tutti del fatto che i due gliela avrebbero fatta pagare a Mino, perché non si prendeva più cura dei loro figli. Con lui, poi, abbiamo commentato la notizia del pentimento, che ha spiazzato un po’ tutti, ma non abbiamo parlato in particolare di un episodio che avrebbero potuto riferire contro Mino. Ritengo comunque che le accuse contro Mino siano tutte bugie, ma è un mio parere personale».

Nella prossima udienza, infine, saranno citati i testi residui delle difese. Il processo ordinario potrebbe concludersi prima dell’estate 2023. Nel collegio difensivo figurano, tra gli altri, gli avvocati Antonio Quintieri, Giorgia Greco, Cesare Badolato, Mariarosa Bugliari, Cristian Bilotta, Cristian Cristiano e Francesco Boccia.