Nella Sala Tokio del Museo del Presente l’incontro “Costituzione e Letteratura”: metafore, grandi autori e valori civici per rileggere la Carta come racconto fondativo della nazione
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E se la Costituzione fosse un romanzo? O, meglio ancora, una pluralità di romanzi, di narrazioni intrecciate, persino poetiche. È da questa suggestione che ha preso le mosse l’incontro “Costituzione e Letteratura”, svoltosi la sera del 17 dicembre 2025 nella Sala Tokio del Museo del Presente di Rende, con protagonista il professor Mario Bozzo.
Un’ipotesi affascinante, quella proposta dal docente, che invita a leggere la Carta costituzionale non soltanto come testo giuridico, ma come approdo narrativo di una lunga tradizione culturale e letteraria.
A introdurre la serata è stato il sindaco di Rende, on. Sandro Principe, che ha voluto sottolineare il profilo umano e intellettuale del relatore:
«Un docente apprezzatissimo, un intellettuale raffinato di cultura cattolica, che ha contribuito a tenere alto il livello del Consiglio comunale di Cosenza».
Riferendosi all’incontro, il primo cittadino ha auspicato una continuità di iniziative analoghe:
«Spero sia solo l’inizio, perché almeno due volte al mese questa sala deve diventare il teatro di dibattiti e iniziative di alto livello. Avvenimenti come quello di stasera devono diventare strutturali».
Non è mancata una riflessione critica sul contesto attuale: «Spesso ci si disperde in iniziative ludiche. Ma in questo momento storico, in cui assistiamo a un abbassamento spaventoso del livello culturale medio, occorre invece alzare il tono del confronto intellettuale».
Secondo Principe, al calo culturale si accompagna anche una crisi spirituale: «Siamo un Paese solo formalmente cattolico. Quando seguo la Santa Messa in televisione provo tristezza nel vedere chiese e basiliche meravigliose mezze vuote».
Da qui l’invito a resistere alle pressioni al ribasso: «Se c’è chi spinge per abbassare il livello, noi dobbiamo insistere per andare in direzione contraria, in crescendo».
Un passaggio significativo è stato dedicato all’Università della Calabria, considerata una risorsa strategica del territorio: «Noi vogliamo un’università davvero radicata nel territorio. Rende ha spesso sostenuto l’Unical da sola, quando altri enti se ne disinteressavano. Continueremo a farlo, ma ora serve un salto di qualità».
Entrando nel merito del tema della serata, il sindaco ha ricordato come le Costituzioni moderne – e quella italiana in particolare – siano figlie di grandi narrazioni: «Le lotte per l’eguaglianza tra le classi e tra i sessi, le rivendicazioni per le libertà, nascono anche da grandi racconti letterari». Il professor Bozzo, davanti a una Sala Tokio gremita, ha sviluppato una relazione ricca di metafore suggestive. Alcuni esempi hanno colpito in modo particolare il pubblico:
«Quando leggo, nell’articolo 2 della Costituzione, che la solidarietà politica è parte del nostro sistema, penso a Mazzini». «L’articolo 8 mi riporta alle battaglie di Cavour per il pluralismo religioso». «L’articolo 5, sul sistema delle autonomie dell’Italia “una e indivisibile”, mi fa pensare a Cattaneo». E ancora: «L’articolo 7 mi rinvia alle riflessioni giuridiche di Beccaria contro la pena di morte».
Da qui una tesi centrale: la Resistenza come «nuovo Risorgimento» e la Costituzione come punto di arrivo di una tradizione culturale che parte da Dante e attraversa Machiavelli, Foscolo, Manzoni, Leopardi.
Un legame profondo tra letteratura, politica e diritto che passa anche dalla lingua. Come ha ricordato Bozzo citando il linguista Gian Luigi Beccaria, «l’Italia è l’unico caso in cui una letteratura ha promosso una nazione e non viceversa». Il percorso si è poi snodato tra autori come Verga, Silone e Gramsci, esempi di racconti capaci di diventare diritto e coscienza civile. Sul bisogno di rilanciare una nuova vocazione comunitaria e civica si è soffermata anche Felicita Cinnante, con un intervento intenso e partecipato.
L’incontro, durato poco più di un’ora, è stato seguito con grande attenzione anche dagli studenti del Liceo “Pitagora”, a dimostrazione che anche nel periodo natalizio è possibile riflettere ad alti livelli.

