Dalla Sila al Reggino, la crisi idrica colpisce gran parte della regione. Sorical monitora la situazione e invita a un uso responsabile dell’acqua
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La siccità continua a mordere la Calabria, confermandosi non più come un’emergenza occasionale ma come un problema strutturale che mette sotto pressione l’intero sistema idrico regionale. Le portate degli acquedotti sono in sensibile diminuzione e, in alcune aree, il calo arriva a sfiorare il 50%, con effetti già tangibili sull’erogazione dell’acqua ai comuni serviti.
Il quadro che emerge dal monitoraggio delle principali fonti di approvvigionamento evidenzia una situazione diffusa di sofferenza, che interessa trasversalmente tutte le province. Gli invasi e le sorgenti registrano livelli inferiori alla media stagionale, complice la scarsità di precipitazioni e le alte temperature che hanno caratterizzato gli ultimi mesi.
Particolarmente critiche risultano alcune delle infrastrutture idriche più importanti della regione. L’acquedotto Savuto mostra riduzioni significative delle portate, così come l’acquedotto Menta, che serve una vasta area del Reggino. In sofferenza anche il sistema Sila, strategico per l’approvvigionamento di numerosi centri urbani, e l’invaso Alaco, da tempo al centro di difficoltà legate sia alla disponibilità della risorsa sia alla gestione complessiva.
La situazione impone una gestione sempre più attenta e prudente della risorsa idrica. I tecnici segnalano che, in assenza di un’inversione di tendenza sul piano climatico, i margini di recupero restano limitati, soprattutto in vista dei mesi primaverili ed estivi, quando i consumi tendono ad aumentare sensibilmente.
In questo contesto, l’invito rivolto a enti locali e cittadini è quello di adottare comportamenti responsabili, riducendo gli sprechi e privilegiando un uso consapevole dell’acqua. La crisi in atto, infatti, non riguarda solo l’approvvigionamento domestico, ma rischia di avere ripercussioni anche sull’agricoltura, sui servizi e sull’economia dei territori.
La siccità che colpisce la Calabria si inserisce in un quadro più ampio di cambiamento climatico, che rende sempre più frequenti e prolungati i periodi di carenza idrica. Una condizione che impone non solo interventi emergenziali, ma anche una riflessione strutturale sulla gestione delle risorse, sugli investimenti infrastrutturali e sulla necessità di un piano di adattamento capace di garantire nel tempo il diritto all’acqua.
Un’emergenza silenziosa, che scorre nei rubinetti sempre più lentamente e che chiama istituzioni e cittadini a una responsabilità condivisa, prima che la crisi diventi irreversibile.

