«L’agricoltura calabrese merita politiche serie e misure concrete, non l’ennesima campagna elettorale fatta di promesse». Con queste parole Giuseppe Giorno, candidato al Consiglio regionale con il Movimento 5 Stelle, ha presentato le sue proposte per un settore cruciale dell’economia calabrese. Secondo Giorno, occorre abbandonare i criteri di contributo basati esclusivamente sulla superficie coltivata, per premiare invece il fatturato reale e valorizzare il lavoro quotidiano degli agricoltori.

Uno dei punti più critici riguarda la gestione della fauna selvatica, in particolare i cinghiali.«Oggi un agricoltore per difendere i propri campi deve affrontare un percorso assurdo – denuncia Giorno –: acquistare una carabina con il binocolo, ottenere autorizzazioni complicate e persino produrre una relazione geologica per sotterrare gli animali abbattuti. È una follia burocratica che va superata con interventi strutturali». Sul fronte della Politica agricola comune (Pac), Giorno propone di garantire l’indennità compensativa per chi coltiva nelle zone svantaggiate, riducendo gli sprechi e premiando chi mantiene vivo il territorio. A ciò si aggiunge un progetto di educazione alimentare, con visite delle scuole alle aziende agricole per avvicinare i giovani alla cultura rurale e al consumo consapevole.

Uno dei temi più sentiti resta quello delle risorse idriche. Giorno ricorda che «la gestione dei bacini silani fu affidata a privati nel 1969, prima ancora che esistesse la Regione Calabria. Nessun governatore eletto dal popolo ha mai firmato quell’accordo. L’intesa con A2A del 2021 è stata siglata da un presidente facente funzioni, senza mandato democratico».

Da qui la richiesta di una gestione pubblica e trasparente dell’acqua, «nell’interesse dei calabresi e non delle multinazionali». «Con Pasquale Tridico – conclude Giorno – avremo il coraggio di rompere questo sistema opaco che penalizza agricoltori e cittadini. È tempo di una svolta concreta, che restituisca dignità e futuro all’agricoltura calabrese».