Collegare in modo diretto l’entroterra cosentino al mare Tirreno, superando limiti infrastrutturali ormai evidenti e aprendo nuove prospettive di sviluppo. È questo l’obiettivo della “Strada dei Bruzi”, il progetto rilanciato da Orlandino Greco, che torna a porre al centro del dibattito la necessità di un collegamento moderno tra Cosenza e la costa.

«Sono stato in visita nei giorni scorsi in un territorio così bello che ogni volta attraversarlo è un piacere immenso», scrive Greco in una nota, riferendosi a Paola, San Lucido, Fiumefreddo Bruzio e agli altri borghi tirrenici. Luoghi che, sottolinea, «racchiudono identità, storia e una bellezza autentica che merita di essere vissuta e valorizzata ogni giorno».

Per Greco, però, la valorizzazione di questi territori passa necessariamente dalle infrastrutture. «La distanza non è solo geografica, ma infrastrutturale», evidenzia, indicando come prioritaria l’esigenza di ripristinare e potenziare lo sbocco di Cosenza verso sud-ovest, così da collegare la città in modo diretto e sicuro al mare.

È in questo quadro che si inserisce la Strada dei Bruzi, pensata come alternativa alla Statale 107, definita nella nota «superata e pericolosa», oltre che «inefficiente e insufficiente» a sostenere i flussi di traffico e le esigenze di sviluppo del territorio. Il progetto, nelle intenzioni, prevede un’infrastruttura realizzata secondo standard europei: due carreggiate, due corsie per senso di marcia, banchine pavimentate, assenza di intersezioni a raso e accessi dotati di corsie di accelerazione e decelerazione, per garantire maggiore sicurezza e fluidità.

«Un tracciato moderno, capace di cambiare davvero il volto della mobilità», scrive Greco, illustrando anche i dettagli tecnici dell’opera. La strada partirebbe dall’area del bocciodromo comunale di Cosenza, all’inizio di via degli Stadi, in corrispondenza dell’innesto con viale Magna Grecia, per poi svilupparsi in direzione est-ovest attraversando i territori di Castrolibero, Cerisano e Fiumefreddo Bruzio, fino a raggiungere la costa tirrenica.

Il tracciato complessivo sarebbe lungo circa 18 chilometri, con una pendenza media del 7%. Centrale, nel progetto, la realizzazione di una galleria di circa 4,5 chilometri sotto la Catena Costiera, affiancata da viadotti e tratti in trincea e a mezza costa, così da garantire «un percorso sicuro, comodo e fluido, caratterizzato da elevati standard di sicurezza».

Secondo Greco, si tratterebbe di «un’opera di visione», in grado di incidere non solo sulla mobilità, ma sull’intero sistema economico e sociale del Tirreno cosentino e dell’entroterra. «Le infrastrutture e i collegamenti viari rappresentano da sempre la vera chiave dello sviluppo di un territorio», ribadisce, collegando la proposta alla linea politica nazionale.

Non a caso, nella nota viene richiamato l’impegno del Governo e della Lega sul fronte delle grandi opere: dagli interventi sulla Statale 106 al potenziamento dell’A2 del Mediterraneo, fino ai progetti sull’alta velocità ferroviaria. «Le grandi opere non sono soltanto strumenti di mobilità – sottolinea Greco – ma fattori determinanti per la crescita economica, la competitività e la qualità della vita».

La connessione tra Tirreno ed entroterra, conclude, potrebbe trasformare l’area in un’unica realtà vasta, capace di integrare sanità, cultura, economia e turismo. «Un vero corridoio metropolitano», in cui rientra anche «la battaglia per un mare più pulito», indicata come elemento imprescindibile per il rilancio complessivo della Calabria.