Un piccolo paese del cosentino si prepara a dare forma concreta a una delle più visionarie esperienze di cura nate in Calabria. A San Pietro in Amantea sta per nascere una nuova CasaPaese, struttura dedicata a persone affette da Alzheimer e altre forme di demenza. Dopo il modello-pilota già attivo a Cicala, in provincia di Catanzaro, si replica oggi un’idea che sta rivoluzionando l’approccio alla malattia: rimettere la persona al centro, nella sua umanità e nel suo diritto a vivere relazioni vere.

Non sarà una residenza assistita tradizionale, né un ospedale mascherato da centro di accoglienza. Sarà, piuttosto, un luogo di vita quotidiana, condivisa e libera, in cui la demenza non è un ostacolo, ma una condizione da accompagnare con rispetto e responsabilità collettiva.

Una struttura che nasce dal basso

Questa nuova CasaPaese sorgerà senza finanziamenti pubblici, grazie all’impegno diretto di cittadini, associazioni, imprese locali e professionisti del settore che hanno scelto di credere nella forza del territorio.

Il progetto verrà ufficialmente presentato martedì 22 luglio, alle ore 19, nella Sala Consiliare “Ines Nervi Carratelli” del Comune di San Pietro in Amantea, durante l’evento “Quando la comunità si prende cura”. In questa occasione verrà lanciata anche la campagna di crowdfunding destinata a finanziare la realizzazione della struttura.

Una rete solidale per una nuova idea di sanità

L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra i Club Rotary E-Club Al Mantiáh Calabria e Inner Wheel Amantea, con il supporto dell’Amministrazione comunale e della Fondazione Ra.Gi., ente promotore del modello CasaPaese. La serata, pensata per sensibilizzare la popolazione e costruire una rete solidale attorno al progetto, vedrà la partecipazione di esperti del mondo sanitario, accademico e socioassistenziale.

Apriranno l’incontro le presidenti dei due club organizzatori, Miriam Bruno e Angela De Grazia. Seguiranno gli interventi di:

Elena Sodano, presidente della Fondazione Ra.Gi. e ideatrice del progetto CasaPaese;

Maurizio Berardelli, geriatra dell’ASP di Cosenza;

Rosaria Quartucci, medico del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Cosenza;

Stefania Ruberto, direttrice f.f. del Servizio Psichiatrico di Cetraro;

Giorgio Volpentesta, docente di Neurochirurgia all’Università Magna Graecia di Catanzaro.

A moderare i lavori sarà il giornalista Rino Muoio, mentre le conclusioni saranno affidate a Francesco Socievole, Governatore Emerito del Distretto 2102 del Rotary.

Non solo assistenza, ma vita vera

CasaPaese è molto più di una struttura per malati di Alzheimer. È un modello innovativo che supera l’idea di “cura” come protocollo sanitario per restituirle il suo significato originario: prendersi cura, ogni giorno, attraverso la relazione e l’attenzione ai bisogni profondi delle persone fragili.

Il progetto di San Pietro in Amantea si fonda sulla stessa filosofia che ha guidato la prima CasaPaese di Cicala: costruire contesti abitabili, riconoscibili, pieni di stimoli affettivi e sociali, in cui anche chi ha perso l’orientamento cognitivo possa mantenere un senso di sé, di casa, di comunità.

L’alternativa all’abbandono

In un territorio come quello della Calabria ionica, segnato da carenze croniche nella sanità pubblica e da una persistente mancanza di servizi per le malattie neurodegenerative, CasaPaese rappresenta un’alternativa concreta all’istituzionalizzazione forzata.

Qui la risposta non arriva da un piano regionale, ma dalla volontà dei cittadini di non lasciare indietro nessuno. “Non possiamo più aspettare che le soluzioni piovano dall’alto”, ha dichiarato più volte Elena Sodano. “Sappiamo che la demenza non si può curare, ma possiamo prendere per mano chi ne è colpito, ogni giorno. Con rispetto, lentezza e presenza”.

Una sfida culturale prima ancora che sanitaria

La CasaPaese di San Pietro in Amantea è anche una sfida alla cultura dell’indifferenza. Dimostra che esiste un’altra via, fondata sull’etica della condivisione e sulla possibilità, per ogni comunità, di farsi carico delle proprie fragilità.

Perché la sanità non si misura solo in posti letto o in tempi di attesa. Si misura anche nella capacità di creare spazi dove la vulnerabilità sia accolta e non nascosta, dove le persone non vengano isolate ma reintegrate nella vita collettiva.

Il ruolo della comunità: il crowdfunding

L’obiettivo della serata del 22 luglio è duplice: sensibilizzare e attivare la comunità attraverso il crowdfunding. Ogni donazione sarà un mattone per costruire questa nuova realtà, ogni contributo un segnale che la sanità umana è ancora possibile, anche senza bilanci pubblici.

San Pietro in Amantea lancia così un messaggio forte e chiaro: non è necessario essere grandi per fare grandi cose. Serve solo decidere, insieme, che nessuno deve essere lasciato solo.