Alcune scene del lungometraggio sono state girate proprio all’interno della casa circondariale della città del Pollino e hanno avuto come protagoniste tre detenute
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Identità di genere, disabilità, cambiamento, resilienza. Sono i temi portanti del lungometraggio “In Viaggio con Lei” del regista cosentino Gianluca Gargano, che sarà proiettato domani pomeriggio alle 15 all’interno della Casa circondariale di Castrovillari.
L’evento gode del patrocinio della commissione regionale Pari Opportunità, la cui presidente De Gaio prenderà parte all’iniziativa. Prevista inoltre la resenza del colonnello Raffaele Giovinazzo, comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, il sostituto procuratore di Castrovillari Flavia Stefanelli, il notaio Stefano Camilleri e la presidente dell’associazione Emi&Lia che si occupa di contrasto alla violenza sulle donne
Il regista Gianluca Gargano e tutto il cast, di cui fanno parte tre donne detenute proprio nel carcere di Castrovillari, racconteranno cosa abbia rappresentato per loro girare alcune scende del film all’interno di una casa circondariale.
Al centro della narrazione cinematografica c’è “Lei” e il suo percorso di cambiamento di genere Attorno alla storia di “Lei”, ruotano però anche quelle di altre donne che, come le protagoniste, hanno lottato e lottano per affermare la propria identità. Un film di sole donne che interpretano se stesse nella vita reale, dove il regista dipinge ne i tratti con discrezione e poesia, tra paesaggi mozzafiato e momenti intensi e di delicata intimità. Il film è stato girato in Calabria.
Premiato come miglior documentario al “Berlin Independent Film Festival” e al “Rome Independent Film Festival, di prossima premiazione al “Green Film Festival di Roma” il film è attualmente in concorso al For Rainbow Film Festival in Brasile, dove è tra i sette selezionati tra oltre millesettecento film arrivati da tutto il mondo.
Prodotto da Arbalak, con il sostegno della Calabria Film Commission e del MIC con la legge sul Tax Credit, produzione esecutiva Open Fields Productions, in collaborazione con Kairos Gorup e con il patrocinio di diversi comuni calabresi e della Categoria Cinema a Audiovisivo di Confartigianato Imprese Calabria e Unindustria Settore Spettacolo Cinema e Intrattenimento, “In viaggio con Lei”, è un vero e proprio viaggio dell’anima, non solo per le protagoniste che portano in scena la potenza delle proprie storie, ma anche per ciascun spettatore che, inevitabilmente, guarderà dentro se stesso, affondando nei propri dolori, nelle proprie paure, in quelle “certezze” sedimentate nel tempo. Un docufilm dedicato alle donne e alla loro forza innata che diventa emblema di resistenza e celebrazione della vita oltre ogni dolore, oltre ogni ostacolo.
Il commento del direttore del carcere di Castrovillari Giuseppe Carrà
«Il modello di detenzione che sto perseguendo da anni è frutto di analisi scientifica e metodologica mirata ad un’ottica di ripensamento della funzione della pena in cui è necessario bilanciare l’esigenza di sicurezza ad una pedagogia criminale finalizzata al trattamento individualizzato di ciascun recluso. La fermezza delle regole e il dialogo responsabile con la popolazione detenuta è lo strumento efficace, in questo momento, più che mai per fermare o quantomeno arginare le importanti criticità che si vivono all’interno.
Si pensi ai detenuti con patologie psichiatriche, ai suicidi, ai detenuti stranieri, alle criticità delle strutture a cui si accompagna una gravissima carenza di personale di polizia penitenziaria. In questo preciso momento storico, il dialogo, la programmazione interistituzionale, il coinvolgimento delle forze sociali e società civile, ciascuno dal proprio ruolo, servono a garantire la sicurezza, l’ordine, i diritti, la speranza, la legalità nel sistema “carcere”.
Ecco perché, in questa giornata, in cui si condanna la violenza contro le donne, abbiamo voluto proiettare un film che parla della donna, o meglio della femminilità a tutto tondo, senza scadere nella volgarità ma, al contrario, in modo intensamente emotivo. Ma il punto cruciale di quest’opera è che una parte di essa è stata realizzata nel Penitenziario di Castrovillari con alcune detenute che hanno raccontato la loro storia interagendo con il personale amministrativo e di polizia penitenziaria, rientrando in quel modello detentivo innovativo cui ho accennato più sopra.
Peraltro, la protagonista di questa sezione è una detenuta che ha avuto anche comportamenti problematici in carcere e il cui narrato può costituire modello e stimolo per un ripensamento della condotta di vita delle sue compagne che la rivedranno in questa veste».

