STIGE | Inchiesta sul clan Farao-Marincola, la Dda chiude le indagini
La Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha provveduto a notificare l’avviso di conclusioni d’indagine per l’operazione anti-ndrangheta, denominata “Stige”, che nel gennaio scorso aveva portato all’arresto di 169 persone, residenti tra Italia e Germania, il più delle quali riconducibili alla cosca Farao-Marincola di Cirò Marina. Le indagini avevano fatto venire a galla presunti rapporti illeciti
La Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha provveduto a notificare l’avviso di conclusioni d’indagine per l’operazione anti-ndrangheta, denominata “Stige”, che nel gennaio scorso aveva portato all’arresto di 169 persone, residenti tra Italia e Germania, il più delle quali riconducibili alla cosca Farao-Marincola di Cirò Marina.
Le indagini avevano fatto venire a galla presunti rapporti illeciti tra diversi amministratori cosentini, quali pubblici ufficiali nei comuni di Mandatoriccio, Colosimi e Aprigliano, che secondo l’accusa avrebbero favorito in diverse gare d’appalto, imprenditori vicini alla potente cosca cirotana.
In manette, all’epoca dei decreti di fermo, finirono il sindaco di Mandatoriccio Angelo Donnici (poi scarcerato dal Riesame su annullamento con rinvio della Cassazione) e l’ex vicesindaco di San Giovanni Fiore, Giovambattista Benincasa, oltre a diversi dirigenti pubblici e imprenditori nel settore boschivo, come i fratelli Spadafora di San Giovanni in Fiore, coinvolti indirettamente nell’inchiesta, sempre coordinata dalla Dda di Catanzaro, contro il maresciallo dei carabinieri Forestali di Longobucco, Carmine Greco.
Sempre nell’inchiesta “Stige” è finito il proprietario del Castello Flotta di Mandatoriccio Nicola Flotta, prima arrestato e poi scarcerato, che avrebbe partecipato dall’esterno al clan di Cirò Marina, non facendo pagare 13 banchetti a presunti esponenti della cosca. Matrimoni, feste di laurea e quant’altro che venivano ospitati nel Castello, conosciuto in tutta la Calabria.
Le investigazioni avrebbero documentato l’infiltrazione mafiosa in diversi settori economici e imprenditoriali, sia in Italia che all’estero, circostanza che avrebbe consentito alla cosca di strutturarsi come una vera a propria “holding criminale” capace di gestire affari per milioni di euro.
Nel gennaio scorso, tra le altre cose, erano stati sequestrati beni ritenuti riconducibili alla cosca Farao-Marincola per oltre 50 milioni di euro complessivi. Il gruppo criminale sarebbe ramificato in diverse regioni e la sua operatività, come avrebbero accertato i carabinieri in collaborazione con la polizia tedesca, si sarebbe estesa anche ai lander dell’Assia e del Baden-Wurttemberg.
Le notifiche proseguiranno in questi giorni, visto l’alto numero di indagati. Nel collegio difensivo, tra gli altri, figurano gli avvocati Antonio Quintieri, Antonio Ingrosso, Roberto Laghi, Franz Caruso, Franco Cornicello, Marcello Manna, Francesco Nicoletti, Roberto Le Pera e Giancarlo Pittelli. (a. a.)