giovedì,Novembre 7 2024

Operazione nel Savuto, così gli spacciatori minacciarono un 40enne

Uno dei casi di presunta estorsione è avvenuto a Mangone. Ecco cosa hanno scoperto i carabinieri. Il gruppo criminale sapeva anche, laddove ritenuto necessario, passare alle vie di fatto, come accaduto ad un quarantenne cosentino reo di non aver saldato interamente il debito contratto dal figlio della compagna per una partita di stupefacente. La ritorsione

Operazione nel Savuto, così gli spacciatori minacciarono un 40enne

Uno dei casi di presunta estorsione è avvenuto a Mangone. Ecco cosa hanno scoperto i carabinieri.

Il gruppo criminale sapeva anche, laddove ritenuto necessario, passare alle vie di fatto, come accaduto ad un quarantenne cosentino reo di non aver saldato interamente il debito contratto dal figlio della compagna per una partita di stupefacente. La ritorsione nei suoi confronti è scattata in una gelida serata del novembre 2017; utilizzando quale esca una donna in passato vicina all’uomo. Gli spacciatori lo attirano in un parcheggio della località Piano Lago del comune di Mangone.

Ecco cosa successe a una delle vittime

La trappola è entrata in azione immediatamente e coglieva la vittima totalmente di sorpresa: schiaffi, calci e pugni. Dopo subito percosse dai due individui, l’uomo era costretto, con un coltello puntato alla gola, a salire a bordo della propria autovettura: “ se ti comporti bene ti lasciamo libero, non toccare nulla e non fare alcun movimento perché ho una pistola…” gli sussurra uno dei malviventi.

Saliti a bordo con lui i due uomini, sempre mantenendolo sotto la minaccia del coltello, obbligano il malcapitato a condurli presso la sua abitazione ed, ivi giunti, a consegnare loro quanto di valore dallo stesso detenuto: 1.250 euro in contanti, vari monili in oro, due cellulari e persino la sua automobile.

L’uomo poi veniva abbandonato da suoi aguzzini malconcio e bisognoso di immediate cure mediche presso il suo stesso appartamento, senza macchina né cellulari per poter chiedere aiuto o recarsi in ospedale. Nonostante le lesioni riportate, la vittima ha trovato comunque la forza di rivolgersi ad una vicina di casa e segnalare quanto accaduto ai militari dell’Arma che, prontamente intervenuti, sorprendevano uno dei malviventi mentre era intento a fare rientro presso la propria abitazione, rinvenendo occultati sulla sua persona i cellulari della vittima e la chiave della sua autovettura.

La coraggiosa denuncia dell’uomo, genitore vittima del baratro degli stupefacenti in cui il figlio era caduto, ha poi consentito agli uomini della Benemerita di fare piena luce sui fatti accaduti, sino a giungere alle odierne imputazioni per rapina e sequestro di persona.

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