Palamara, il tribunale di Castrovillari e il ricorso al Tar del Lazio
Luca Palamara era il punto di riferimento di tutti i magistrati in servizio in Calabria. Ecco cosa successe per il tribunale di Castrovillari.
Luca Palamara, che alcuni definiscono “Dio“, “orsetto“, “cazzaro“, “comandante” e tanti altri appellativi, che certificherebbero il ruolo di primo piano all’interno della magistratura italiana, aveva allungato i tentacoli nella “sua” Calabria. Nato in provincia di Reggio Calabria, dove ha svolto l’incarico di pm presso la procura, ha spiccato il volo con il processo “Calciopoli“, diventando successivamente presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati e deus ex machina del Csm. Lui rappresentava Unicost e le altre correnti erano ben consapevoli che per ottenere una nomina a loro favore dovevano trattare con lui.
Per fare carriera bisognava rivolgersi a lui. Certo, non è stato Palamara ad inventare le “correnti” o ad aver creato il “carrierismo”, ma questo modo di agire dentro il Csm, attraverso le commissioni, ha davvero reso un servizio utile alla magistratura italiana? In buona sostanza, il merito è stato messo da parte, anche quando ci si è trovati di fronte a nomine complesse e importantissime, come quelle per i posti di procuratore capo di Milano, Roma, Napoli e Catanzaro.
Trattative di fuoco per trovare una sintesi che potesse sbloccare le singole situazioni. Funzionava così fino a qualche mese fa e riteniamo che fin quando non si cambieranno le regole del gioco, le “correnti delle toghe” continueranno a fare il bello e cattivo tempo, scegliendo chi gli pare.
Gli interessi di Palamara per Cosenza, Castrovillari e Lagonegro
Nel calderone ci sono tanti magistrati calabresi, o che in Calabria lavorano da anni, quasi tutti favoriti da Palamara e dal suo gioco delle “correnti”. Erano gli anni in cui la Calabria, parliamo del settore della magistratura, era ben rappresentata nel Consiglio Superiore della Magistratura. Chi fa questo mestiere ricorda la presenza del consigliere togato Massimo Forciniti a tutti gli insediamenti più importanti avvenuti negli ultimi 4 anni. Oggi è presidente della sezione penale presso il tribunale di Crotone, ma dalle chat risulta uno dei colleghi più vicini a Luca Palamara, con il quale discute delle vicende legate alla campagna elettorale prima dello scandalo di Perugia e delle nomine di alcuni incarichi che riguardavano Cosenza, Castrovillari e Lagonegro.
Proprio la nomina del presidente del tribunale di Castrovillari – che non ha nulla di penalmente rilevante – è al centro di una conversazione tra il magistrato Natina Pratticò e Luca Palamara. «Ricordati di me» scrive la collega su WhatsApp il 18 aprile 2018. Qualche settimana più tardi, precisamente il 24 maggio 2018, Luca Palamara le manda un messaggio: «Buongiorno Natina dovremmo avere sbloccato tutto se riesci fai quella telefonata ci sentiamo dopo baci». Nello stesso giorno il plenum del Csm dà l’incarico alla Pratticò per ricoprire il ruolo di presidente del tribunale di Castrovillari, precedente ricoperto da Caterina Chiaravalloti.
Il ricorso contro la nomina della Pratticò
La Pratticò, tuttavia, viene a conoscenza del fatto che il giudice del tribunale di Cosenza, Massimo Lento fa ricorso contro la sua elezione ed effettivamente l’11 novembre del 2019, il Tar del Lazio annulla l’atto del Consiglio Superiore della Magistratura. Cosa succede a questo punto?
Sempre la Pratticò, prima che arrivasse il giudizio del tribunale amministrativo regionale della Regione Lazio, evidenzia queste cose a Palamara. «Ciao Luca. Solo x informarti che Massimo Lento mi ha fatto ricorso. Non so se è politicamente corretto ma spero di conoscerti abbastanza per pensare di poterti chiedere di “vigilare” su chi scriverà la comparsa di costituzione x il CSM in modo che sia netta la difesa della legittimità della delibera in mio favore. Il collega Lento scrive parecchie “stupidaggini” su presunte omissioni sul suo profilo (tutte o inesistenti come l’omessa valutazione delle sue competenze informatiche, assai, per contro, esaltate, sic!, o irrilevanti, come un errore sulle sue competenze ordinamentali nel complesso nettamente ciononostante inferiori alle mie). Io da parte mia ovviamente mi costituisco esaltando ancora di più la vasta esperienza in ogni settore. Scusami se mi sono permessa, ma mi sembrava giusto informarti. Baci e a presto. Qui sto già lavorando sodo».
Il ruolo di mediatore di Palamara e la decisione del Csm
Luca Palamara, da abile mediatore, risponde con tono sicuro: «Carissima Natina stai assolutamente tranquilla tutto sotto controllo normale routine baci a presto». Tutto sotto controllo fin quando rimane nel Csm, perché dopo il terremoto di Perugia, le cose cambiano e il giudice Massimo Lento si aggiudica il primo round davanti al Tar del Lazio. Tutto finito? Neanche per sogno.
Lo scorso 8 maggio, in piena emergenza Covid, il Consiglio di Stato prende atto della rinuncia della sospensiva da parte del Consiglio Superiore della Magistratura. In sostanza, è ancora valida la sentenza del Tar del Lazio che boccia la nomina della Pratticò. La palla ora passa al Csm che dovrà riformulare tutte le valutazioni. In questo caso, infatti, se si attende il giudizio di merito del Consiglio di Stato passeranno mesi. E sia la Pratticò sia Lento pretendono di conoscere il proprio futuro.