Il procuratore generale di Catanzaro Roberto Amorosi ha chiesto la conferma della condanna per Massimiliano D’Elia, il pregiudicato cosentino, ritenuto colpevole dell’omicidio di Giuseppe Ruffolo, ucciso a Città 2000 nel settembre del 2011. In primo grado infatti la Corte d’Assise di Cosenza aveva inflitto 28 anni e 6 mesi di carcere per l’imputato, coinvolto nell’indagine della Squadra Mobile di Cosenza, coordinata dalla Direzione Distrettuale di Catanzaro, coordinata dal procuratore capo, Nicola Gratteri.

Prima della requisitoria della procura generale, gli avvocati Fiorella Bozzarello ed Enzo Belvedere, difensori di Massimiliano D’Elia, avevano depositato due nuovi documenti ai fini di verificare l’attendibilità di alcuni collaboratori di giustizia che hanno riferito circostanze riguardanti la vicenda delittuosa maturata, secondo il presidente della Corte d’Assise di Cosenza Paola Lucente, in un contesto mafioso. Ora il 21 marzo 2022 toccherà alla difesa discutere la posizione di Massimiliano D’Elia e al termine della Camera di Consiglio, la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, presieduta dal presidente Gabriella Reillo (giudice a latere Domenico Commodaro) emetterà la sentenza di secondo grado.